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[Thread ufficiale] Formula 1 Campionato 2008


apix_1024

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diciamo che abbiamo perso il campionato in francia quando kimi ha rotto lo scarico... per i superstiziosi kimi è fermo da metà campionato alla vittoria n°17.... in francia stava andando per la 18 ma nisba...

puntare su massa è stata un situazione obbligata ma di ripiego ed ora lo si nota sono due gare di pressione e massa in qualifica si perde nn si sa dove...

cmq gara pessima. zero emozioni...:muro:

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Déjà vu ... mi sbaglio o siamo messi come l'anno scorso? Una stagione che doveva essere dominata dalla Ferrari e ci troviamo con il secondo pilota in lotta per il titolo a 7 punti dall'ultima gara e col campione del mondo in carica tagliato fuori dalla corsa già alla penultima gara!... ripeto...che tristezza!

 

W la toro rosso!

 

già ma stavolta la vedo dura, anche sul Gran Premio Massa è sempre il migliore, però quest'anno la vedo davvero dura.... Si sono giocati il mondiale in quell'incidente ai pit-stop quando è rimasta attaccata la pompa della benzina :(

 

 

che anno sfigato....

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Speriamo che il negretto faccia una finacci all'aultima gara e che la Ferrari vinca...:(

 

si lo speriamo tutti per carità, però vincere così non è dignitoso, diciamola tutta quest'anno la Ferrari, per me, non merita di vincere se devo essere obiettivo, troppi errori del team, troppi errori dei piloti.

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si lo speriamo tutti per carità, però vincere così non è dignitoso, diciamola tutta quest'anno la Ferrari, per me, non merita di vincere se devo essere obiettivo, troppi errori del team, troppi errori dei piloti.

 

no no quest'anno non merita proprio, veramente troppi intoppi a livello di scuderia

 

Su questo avete ragione, nonh o niente da dire, però non mi và neanche che Hamilton vinca :asd:

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20/10/2008 16.15.52

 

Pagelle del GP della Cina

 

hamilton2.jpgL'Uomo Nero fa Shangai. Lewis Hamilton con un weekend imperioso risponde alle critiche piovutegli addosso dopo il Fuji e rintuzza l'attacco di Massa, rispedendolo a sette punti di distanza quando manca una sola gara alla fine del Campionato. Raikkonen appare sorprendentemente ringalluzzito dal ruolo di scudiero, la Renault si conferma decisamente in palla, specie se a guidarla e' Alonso, mentre Kubica esce definitivamente dalla lotta per il mondiale. L'appuntamento e' fra due settimane a San Paolo, per lo showdown finale. Buona lettura!

 

Kimi Raikkonen: 8 - L'interrogativo che sorge spontaneo e': Kimi ha ripreso ad andare forte o Felipe ha rallentato? E, nel caso si optasse per la prima eventualita', arriva a rimorchio un'altra domanda: perché proprio ora? Premesso che non intendiamo fornire la risposta, almeno non direttamente, e' indiscutibile che a Shangai il finlandese e' stato molto piu' efficace del compagno di squadra. Si qualifica in prima fila ma non riesce ad attaccare Hamilton alla prima curva, cosi' come invece era accaduto al Fuji, e si accoda all'inglese non riuscendo in nessuna fase della gara a tenere il suo ritmo. Poi, a pochi giri dalla fine, fa quello che Jean Todt una volta defini' "la cosa giusta" (vedi Zeltweg 2002, Barrichello&Schumacher). Convincente, magari non fino in fondo, ma comunque utile. Peccato che stiamo parlando di un ex campione del mondo, probabilmente con la testa gia' al 2009. A fine gara e' imperscrutabile come al solito, ma il sorrisino che abbozza quando ricorda il soprasso subito da Massa vale da solo il prezzo del biglietto. Mezzo punto in piu' per l'interpretazione. Ritardatario.

 

Felipe Massa: 5,5 - Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Delle due l'una: o il gioco non si e' ancora fatto duro, o lui a Shangai non aveva alcun titolo per giocare. Perché Felipe, con tutto il bene che gli si puo' volere, nel weekend cinese si e' sciolto. In qualifica le prende da Raikkonen pur con meno benzina (gravissimo!), in gara mostra inconsistenza dimostrandosi incapace di reggere il ritmo non solo di Hamilton ma anche di Raikkonen, sia con gomme morbide che con pneumatici duri. Nel finale recupera, passa Raikkonen con una manovra prodigiosa (nell'essere tanto vietata dal regolamento quanto accettata dalla totalita' dello schieramento) ma si trova pur sempre a 15 secondi dal battistrada. Molti. Troppi. L'impressione e' che sia in confusione, ma magari ci sbagliamo. Resta il fatto che se ti giochi un mondiale il tuo compagno di squadra non lo devi battere, lo devi massacrare. Si ripensi alle lotte Schumacher-Hakkinen: a fine campionato i rispettivi teammates rimediavano mediamente un secondo in qualifica dai capisquadra. Come nel caso di Raikkonen, la summa del suo weekend e' la faccia a fine gara (peraltro identica a quella post-qualifiche), nella quale si legge di tutto: delusione, arrabbiatura, impotenza. Non ci siamo. Evanescente.

 

 

Lewis Hamilton: 9 - Siamo ragionevolmente certi che non avesse in cuffia la telecronaca Rai. Se cosi' fosse stato, infatti, per tutta la gara l'avremmo visto dal cameracar compiere scabrosi gesti apotropaici, tali e tanti sono i motivi secondo cui avrebbe dovuto perdere il controllo della gara (secondo i commentatori della tv di stato). Nell'ordine, sperando di ricordare bene: 1) il ricordo dell'errore in corsia box del 2007; 2) la prima curva, con la pressione derivante dall'errore del Fuji; 3) il degrado delle gomme, dato che il suo stile di guida le distrugge; 4) il ricordo dell'errore in corsia box del 2007 (l'abbiamo gia' detto, ma siamo arrivati alla prima sosta); 5) l'incapacita' della squadra di gestire la sua aggressivita', e il conseguente rischio di errori e/o forature; 6) il problema di Kovalainen: se fora lui, figuriamoci Lewis che le gomme le sforza ancora di piu' (dimenticando che Heikki non fora la gomma piu' sollecitata, ma vabbe'); 7) il ritiro di Kovalainen: un campanello d'allarme terribile; 8) l'ultimo stint con le gomme morbide: dechappamento sicuro. Senza contare i segnali lanciati a fine gara: 1) non potra' usare il jolly e cambiare il motore in Brasile; 2) arrivera' a San Paolo con sette punti di vantaggio, come nel 2007: il ricordo sara' terribile. Perché ci siamo dilungati tanto? Perché per definire la sua gara, anzi il suo weekend, basta un aggettivo: perfetto. Massacra compagno e avversari in qualifica, al via fa ciao con la manina a tutti e saluta la compagnia per ritrovarla al traguardo. Alla faccia della pressione (anche se il mondiale non l'ha ancora vinto). Granitico.

 

Heikki Kovalainen: 5 - Si qualifica con tanta benzina, ma al quinto posto. Poco male. In gara lotta il primo giro con Alonso (bella battaglia, che pero' lo vede soccombere) poi si piazza al quinto posto e li' resta, a debita distanza dallo spagnolo. Sul giro piu' veloce in gara rimedia un secondo secco dal compagno di squadra, e al momento della foratura si trova a piu' di trenta secondi da Lewis. Diciamolo francamente: come scudiero Heikki lascia un po' a desiderare. In questo contesto la foratura, la perdita di tempo e il successivo ritiro per motivi non ben specificati assumono un valore relativo. Non riesce ad essere veloce quanto Hamilton (e alla fin fine ci puo' stare) ma non riesce nemmeno ad esserlo quanto basta per stargli vicino ed aiutarlo. Certo, l'esperienza dello scorso anno ha certamente indotto la McLaren a gestire in maniera diversa le prestazioni dei due piloti nel finale di campionato, ma quando e' troppo e' troppo, che diamine! Singolare che il meglio di sé il biondo di Rovaniemi quest'anno l'abbia fatto vedere quando si ritrovava nelle retrovie. Mistero.

 

 

Nick Heidfeld: 7 - Il peggio del suo weekend lo fa vedere il sabato, quando al termine della Q1 si produce in un ostruzionismo netto ai danni di Coulthard. La manovra, tra l'altro inspiegabile, gli costa la retrocessione di tre posizioni in griglia. Peccato, perché si era qualificato bene rispetto ai suoi standard. In gara parte benissimo e recupera in tre curve la posizione che aveva ottenuto originariamente in prova, prendendosi dei rischi come quello di passare Vettel all'esterno. Da li' in poi procede senza troppi patemi d'animo fino al traguardo, beneficiando delle disavventure di Kovalainen ma conscio che la sua BMW non ha il passo per poter riprendere Alonso. Non commette errori, chiude quinto, raccoglie punti. Esattamente quello che la squadra si aspetta da lui. Precede sul traguardo il compagno Kubica, che partiva parecchio piu' indietro. Per un pilota normale era forse impossibile inventarsi di piu'. Costante.

 

Robert Kubica: 6,5 - Arriva a giocarsi le ultime possibilita' di lottare per il mondiale sulla pista che piu' di tutte non digerisce. E infatti, in qualifica, recita la parte dell'Heidfeld di turno (speriamo che Nick non se la prenda per la battuta...), mancando l'ingresso in Q3 e piazzandosi al dodicesimo posto. Gia' di per sé difficile, la sua ipotetica rincorsa al titolo si fa impossibile. In partenza approfitta dello scompiglio creato dal contatto Bourdais-Trulli per recuperare posizioni, poi grazie ad un ritmo discreto risale fino al sesto posto, giusto alle spalle del compagno di squadra. Probabilmente anche per lui si tratta del massimo ottenibile in Cina. Resta al terzo posto nel mondiale e si appresta a difendere questa posizione dall'attacco (!) di Raikkonen nell'ultima gara. Anche queste son soddisfazioni, specie se non guidi né una Ferrari né una McLaren. Speriamo solo che, nel caso riesca a mantenere questo piazzamento, non vada a festeggiare in un ristorante cinese. Visto come si e' trovato a Shangai, potrebbe andargli tutto di traverso, e non se lo merita. Disilluso.

 

 

Jarno Trulli: ng - La sua gara dura lo spazio di un'amen. Dopo la consueta eccellente qualifica (7° in griglia), alla prima curva l'abruzzese viene urtato da dietro da Bourdais, che lo spedisce nella ghiaia e gli rovina la vettura. Jarno rientra ai box, prova a ripartire ma la vettura risulta inguidabile. Ritiro prematuro, dunque, e impossibilita' di dargli un voto. Sorvoliamo sulle sue dichiarazioni a caldo, sperando che abbia avuto modo di sbollire la rabbia e la delusione. Del resto il francese dice di essere stato stretto, lui di essere stato tamponato. In questo la F1 dimostra di sapere essere anche democratica, nel senso che nel dubbio nessuno dei due piloti viene sanzionato. Giustissimo, sia ben chiaro: gli incidenti al via ci son sempre stati e sempre ci saranno, ed a meno di casi eclatanti e' giusto lasciar correre. Cosi' com'e' successo al Fuji, no? Ingiudicabile.

 

Timo Glock: 6,5 - Certo che in Toyota non brillano per inventiva e genialita' strategica. Ogni volta che Timo manca l'ingresso alla Q3, puntualmente la sua vettura viene caricata di benzina fino all'orlo per compiere un pit stop singolo, il piu' possibile ritardato. Pero', a discolpa del pool tecnico della squadra nippotedesca, bisogna riconoscere che questa strategia il piu' delle volte paga. Timo infatti soffre nei primi giri con una vettura pesante e dalla manovrabilita' di un tir, ma via via che la monoposto si alleggerisce inizia a staccare tempi interessanti e, se nell'ultima parte del primo stint non fosse rimasto imbottigliato dietro Heidfeld, avrebbe forse potuto insidiare anche il sesto posto di Kubica. Purtroppo per lui non e' cosi', ma riesce comunque ad arrampicarsi fino al settimo posto finale, che gli garantisce due punticini. Tutto sommato non male. Specie se si pensa a come era iniziato il suo mondiale. Bene.

 

 

Mark Webber: 5,5 - Da' tutto in qualifica, conscio che dovra' perdere dieci posizioni a causa della rottura del propulsore durante le prove libere. Decide di tentare il tutto per tutto e parte con poca benzina, dando spettacolo nei primi giri con un paio di sorpassi niente male. Poi, pero', dopo il pit stop si trova imbottigliato nel traffico e non riesce a ripetere le stesse manovre compiute ad inizio gara, accodandosi alla Williams di Nakajima e perdendo un'infinita' di tempo. Il quattordicesimo posto finale e' la logica conseguenza dell'evolversi della sua situazione. Certamente partire cosi' indietro non aiuta, ma finire quattro posizioni dietro al compagno di squadra che scattava al suo fianco non fa onore alla sua cattiveria agonistica. Questo gli costa la sufficienza. Ma non dimentichiamo che la sua gara e' comunque condizionata dalla penalita', ed e' per questo che non si becca un'insufficienza grave. Jellato.

 

David Coulthard: 6 - Per una volta riesce a partire attaccato al proprio compagno di squadra. Peccato che Webber sia stato retrocesso di dieci posizioni per la rottura del motore. Pure lo scozzese pero' ha di che recriminare, quando nel suo ultimo tentativo viene bloccato da Heidfeld (ma fare il tempo al primo run e' poi cosi' difficile???). A fine qualifica e' furibondo, come poche altre volte l'avevamo visto. Sfoga la sua aggressivita' in gara, tenendosi per una volta lontano dai guai e artigliando un decimo posto finale tutto ritmo e concretezza. Chiude ben davanti a Webber, al quale sotto la bandiera a scacchi rifila 18 secondi. Si dice soddisfatto della sua prestazione, e tutto sommato potrebbe anche aver ragione. Effettivamente alla penultima gara in carriera nonno David non fa casini e porta la macchina al traguardo in una posizione onorevole. In fondo la sufficienza ci puo' stare. Scommettiamo che, appena appeso il casco al chiodo, si offrira' per l'incarico di commissario permanente ex-pilota come richiesto da molti suoi colleghi? Grande (se lo fara').

 

 

Nico Rosberg: 5 - Se parti al quattordicesimo posto devi per forza inventarti qualcosa, quantomeno dal punto di vista strategico. Il suo box invece non lo fa, non osa. Canonica strategia sui due pit stop, canonico arrivo in quindicesima posizione, a un giro dal leader. E dire che, a differenza di quello che aveva detto alla vigilia, la sua Williams non era poi cosi' male. Lo testimoniano il decimo giro piu' veloce in gara e i sorpassi compiuti via via in coda al gruppo. Pero' il risultato non arriva. Lui incolpa il traffico e la settima marcia, che definisce troppo corta rispetto a quanto gli sarebbe servito. Ma chi la decide la lunghezza dei rapporti? Ad ogni modo la sua gara e' incolore, finisce parecchio dietro al suo compagno di squadra e questo gli preclude la via della sufficienza. Vincere no, ma arrivare un po' piu' avanti si'. Pavido.

 

Kazuki Nakajima: 5,5 - A differenza di quanto deciso per il suo compagno di casacca, la sua crew opta per una strategia diversa, spedendolo in pista stracolmo di carburante con l'obiettivo di una sola sosta. All'inizio lui fatica a tenere il passo e, anzi, perde alcune posizioni. Poi pero' i suoi tempi si stabilizzano e, nell'ultima fase del primo stint di gara, riesce a guadagnare il tempo necessario a balzare davanti a Bourdais e Webber. Poi i due a fine gara si riavvicinano, ma lui e' bravo a tenerli dietro, locomotiva di un immaginario trenino a due vagoni. Peccato che la lotta sia per il dodicesimo posto, non esattamente il piu' lusinghiero dei piazzamenti. Ma tant'e'. Stacca il ben piu' quotato compagno di squadra, e di questi tempi non e' poco. Non sufficiente, ma quasi. Caparbio.

 

 

Fernando Alonso: 8,5 - Dopo le due vittorie a Singapore e al Fuji, Fernando a Shangai ottiene un quarto posto che non fa che dimostrare ulteriormente i passi avanti compiuti dalla Renault. Progressi che pero' si sublimano quando a guidarla e' lui, con il suo stile aggressivo, cattivo, sempre al limite. Il duello con Kovalainen al primo giro e' la sequenza piu' bella della gara, ed il suo sorpasso un capolavoro di tempismo, furbizia e coraggio. Tiene dietro il finlandese della McLaren con autorita' fino a quando quest'ultimo non fora, finendo ancora piu' indietro. Nel finale riesce anche ad avvicinare Raikkonen, quando quest'ultimo si lascia sfilare (ops... subisce l'eroico sorpasso) da Massa. Emblematico il dialogo tra lui e il suo ingegnere: «Fernando, Kimi sta leggermente rallentando, prova ad avvicinarti» «Ok». E il giro subito dopo l'Ok e' di un secondo netto piu' veloce rispetto al precedente, dove stava amministrando. Dimostra suo malgrado che esiste anche il due senza il tre, ma va benissimo lo stesso. Massiccio.

 

Nelson Piquet jr: 6,5 - Se Fernando vola, lui corricchia. Ma tutto sommato nemmeno troppo male. Manca l'ingresso in Q3 e il team decide di farlo partire con tanta benzina, pur pianificando una strategia sulle due soste. Lui con una condotta di gara poco appariscente ma accorta tesse la sua tela e, quando rientra in pista dopo il primo pit stop, ha gia' recuperato diverse posizioni. Alla fine riesce a portare a casa un punto che aiuta la squadra a conquistare il quarto posto nella classifica costruttori, ma che soprattutto da' continuita' al suo ruolino di marcia dopo il quarto posto del Fuji. Non e' Fernando, e' chiaro, ma e' cresciuto rispetto all'inizio dell'anno, quando invece di corricchiare passeggiava incespicando spesso e volentieri. In fondo per la riconferma potrebbe anche bastare, chissa'. Formichina.

 

 

Jenson Button: 5,5 - Sfiora l'ingresso nella Q2, e gia' di per sé sarebbe un risultato piu' che accettabile. Il team decide di pianificare una strategia di due soste, contrariamente a quanto accade di solito, ma lui non riesce a sfruttare le possibilita' offerte dalla vettura leggera impantanandosi dietro a Coulthard, che di pit stop ne effettua uno solo e che quindi e' molto piu' pesante. La sua gara e' dunque compromessa dall'incapacita' di passare lo scozzese. Lui lamenta problemi di guidabilita', e siamo piu' che disposti a credergli, immaginando cosa significhi guidare una Honda nel 2008. Pero' il confronto con il compagno di squadra e' oltremodo pesante, e le cinque posizioni di distacco rimediate da Rubens sotto la bandiera a scacchi sono un fardello difficile da giustificare. Pigro.

 

Rubens Barrichello: 6,5 - Nonno Rubens, alla disperata ricerca di un sedile in F1, si inventa una gara tutta cuore ponendo sin dal sabato le basi per ben figurare. Il brasiliano riesce infatti a centrare l'accesso in Q2, nella quale evita pure l'ultima posizione. Al via e' aggressivo, nel primo giro passa tre avversari (!) issandosi addirittura al decimo posto. Pur non girando piu' veloce del compagno di squadra, il 36enne mantiene un ritmo costante che gli permette di combattere con avversari che solitamente stazionano ben davanti alla sua Honda, e l'undicesimo posto finale (con 17 vetture classificate!) e' un risultato che vale oro colato. Certo non ottiene punti, ma sarebbe stato davvero impossibile. Lo ripetiamo: nonostante l'eta' Rubinho vale piu' che mai un posto in F1 anche per la prossima stagione, per grinta, voglia di lottare e, perché no, per l'entusiasmo che mette ancora nel suo mestiere, nonostante una vettura che farebbe impazzire anche un Santo. Gli auguriamo che il GP di casa non sia la sua ultima apparizione in F1. Stoico.

 

 

Sebastian Vettel: 6 - Tutte le cose, anche le piu' belle, finiscono. A Shangai il tedeschino interrompe la striscia di risultati positivi che durava dal lontano GP d'Europa di Valencia, concludendo al nono posto. Tuttavia ha di che recriminare, quando cioe' al pit stop i suoi meccanici hanno difficolta' ad estrarre la ruota anteriore sinistra. L'inconveniente gli costa una posizione, e con essa un punticino iridato. Gia' dalla partenza, quando Heidfeld l'aveva infilato all'esterno, si era però capito che non era giornata di miracoli per Sebastian. Tuttavia (tanto per cambiare) entra nella Q3 e in gara tiene dietro con autorevolezza tutte le altre vetture del gruppo Mateschitz, e non e' poco. E, ma nemmeno questa e' una novita', si dimostra piu' efficace di Bourdais, che al via preferisce l'autoscontro con Trulli. La sufficienza ci sta tutta. Costante.

 

Sebastien Bourdais: 5,5 - La sua gara e' compromessa sin dal via, quando nella concitazione della prima curva cerca un varco improbabile andando a colpire Trulli e ritrovandosi in fondo al gruppo. Dell'incidente abbiamo gia' parlato, assegnando una sorta di salomonico concorso di colpa, pero' una domanda e' giusto porsela: ne valeva la pena? Lui a fine gara dice: «E' stato un peccato, perche' da quel momento in poi ogni volta che ho potuto girare con pista libera ho staccato ottimi tempi. Partivo dall'ottavo posto e avevo una macchina competitiva per arrivare a punti». Giusto, sacrosanto. Ma pensarci prima no?? E dire che dei piloti Toro Rosso lui dovrebbe essere il piu' esperto, quantomeno in base a eta' e palmares. Chiude tredicesimo, a 27 secondi da Vettel. Scellerato.

 

 

Giancarlo Fisichella: 4,5 - Passi qualificarsi ultimo, anche se a soli 9 millesimi dal tuo compagno di squadra: con una Force India puo' succedere. Passi veleggiare stabilmente all'ultimo posto: i miracoli in F1 non esistono, o quantomeno avvengono abbastanza di rado. Quello che non si capisce e' solamente una cosa. Girando a piu' di due secondi dai primi si va piu' piano, e andando piu' piano cresce il tempo che il pilota ha per controllare negli specchietti cosa succede. O quantomeno per scorgere i commissari di pista sbracciarsi con le bandiere blu. Allora, dannazione, perché quando arriva Raikkonen a doppiarlo deve tenerlo dietro mezzo giro, facendogli sudare il sorpasso e prendendosi pure un gestacccio dal finlandese, solitamente meno nervoso di un vaso di gerani su un davanzale? Se malafede c'e' stata, male. Se malafede NON c'e' stata, malissimo. Del resto della sua gara poco o nulla da segnalare, se non che arriva ultimo (aridaje!) nonostante la strategia su una sola sosta. Inconcepibile.

 

Adrian Sutil: ng - Una volta a te, una volta a me... dopo che al Fuji il cambio aveva posto fine alla gara di Fisichella, oggi tocca ad Adrian scontrarsi con il bizzoso apparecchio montato alle spalle del suo motore Ferrari. Visibilmente contrariato dagli improperi a lui rivolti dallo staff tecnico dopo il Fuji, a Shangai l'attrezzo decide di essere ancora piu' cattivo, ovvero di rendere inutilizzabili non solo la settima bensi' tutte le marce, e per di piu' dopo appena tredici giri. In casa Force India probabilmente avranno capito che il coltello dalla parte del manico non ce l'hanno i tecnici, né tantomeno i piloti. Impossibile assegnare un voto, in queste condizioni. Utilizziamo pero' questo spazio per rivolgere un appello a Vijay Mallya & co: vi preghiamo, magari consultate uno psicologo, ma cercate di ricucire i rapporti (visto che si parla di cambio...) di qui a San Paolo. Anche i cambi hanno un'anima, non dimenticatelo. E scusateci se abbiamo il cuore tenero...

 

Manuel Codignoni

F1 - F1grandprix.it

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[Formula 1] Gran Premio del Brasile: V per Vendetta

FIA Formula 1 World Championship 2008 - Round 18/18

 

Gran Premio del Brasile - Circuito di Interlagos: 31 Ottobre - 1/2 Novembre 2008

 

 

Circuito :

 

interlagos.jpg

 

Distanza sul Giro: 4,309 km | Giri da Percorrere: 71 | Distanza Totale: 305,909 km | Numero di Curve: 15 (10 a sinistra - 5 a destra)

 

Pole Record: 1:10.646 - R. Barrichello (2004) | Giro Record: 1:11.473 - J. P. Montoya (2004)

 

 

Siti utili :

 

- Sito ufficiale del circuito

 

- News e timings: Formula1.com - Live Timings

 

- News e timings: F1-Live.com

 

- News: GPUpdate.net

 

 

Orari :

 

Venerdì 31 Ottobre :

  • Prove Libere 1.1 - 13:00 - 14:30
  • Prove Libere 1.2 - 17:00 - 18:30

 

Sabato 1 Novembre :

  • Prove Libere - 14:00 - 15:00
  • Qualifiche - 17:00

 

Domenica 2 Novembre :

  • Gara - 18:00

 

 

Classifiche :

 

20081029121409_class_bra.PNG

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Gran Premio di Brasile - 2 Novembre 2008

 

 

Qualifiche

 

1 br.gifF. Massa Ferrari 2.gif 1:12.368

2 it.gifJ. Trulli Toyota 2.gif 1:12.737

3 fi.gifK. Räikkönen Ferrari 2.gif 1:12.825

4 uk.gifL. Hamilton McLaren 2.gif 1:12.830

5 fi.gifH. Kovalainen McLaren 2.gif 1:12.917

6 es.gifF. Alonso Renault 2.gif 1:12.967

7 de.gifS. Vettel Scuderia Toro Rosso 2.gif 1:13.082

8 de.gifN. Heidfeld BMW 2.gif 1:13.297

9 fr.gifS. Bourdais Scuderia Toro Rosso 2.gif 1:14.105

10 de.gifT. Glock Toyota 2.gif 1:14.230

11 br.gifN. Piquet jr. Renault 2.gif 1:12.137

12 au.gifM. Webber Red Bull 2.gif 1:12.289

13 pl.gifR. Kubica BMW 2.gif 1:12.300

14 uk.gifD. Coulthard Red Bull 2.gif 1:12.717

15 br.gifR. Barrichello Honda 2.gif 1:13.139

16 jp.gifK. Nakajima Williams 2.gif 1:12.800

17 uk.gifJ. Button Honda 2.gif 1:12.810

18 de.gifN. Rosberg Williams 2.gif 1:13.002

19 it.gifG. Fisichella Force India F1 2.gif 1:13.426

20 de.gifA. Sutil Force India F1 2.gif 1:13.508

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