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Recensione "It Takes Two" - Viaggio alla riscoperta di un amore perduto

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Dopo il successo di A Way Out, piccolo capolavoro del genere cooperativo, Hazelight Studio e EA hanno finalmente rilasciato It Takes Two, titolo che traspariva ambizione già dal primo annuncio e che non ha fallito a soddisfare ogni aspettativa al rilascio, anzi rivelando molto più potenziale di quello promesso dalla casa di sviluppo e del quale vi parleremo in questa recensione senza fare alcuno spoiler!

 

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Impersoneremo Cody e May, genitori della piccola Rose, che dopo aver consumato la fiamma che teneva viva la loro relazione hanno deciso di divorziare, e che la figlia, sentendosi responsabile della loro decisione, ha inconsciamente trasformato in bambole dopo aver chiesto aiuto al Libro dell’Amore “Dr. Hakim”, nella speranza che tornassero amici.

Sarà quindi Dr. Hakim ad accompagnarci lungo questo viaggio diviso in capitoli, in ognuno dei quali munirà sia Cody che May di diverse nuove meccaniche uniche vincolate ai personaggi e che rappresenteranno metaforicamente un particolare problema del loro rapporto, ma che, nonostante ciò, dovranno imparare a utilizzare insieme per fronteggiare ogni ostacolo che li separa da Rose, aggiustando quindi progressivamente il loro matrimonio difettoso.

Dunque ci faremo strada esplorando la nostra casa e gli immediati dintorni, tutto da un minuscolo e magico punto di vista che ci permetterà di osservare con occhi nuovi ciò che ci circonda, sia per sfruttarne l'utilità e agevolare il nostro movimento, sia per imparare a combatterci contro in quanto, grazie all'effetto dato dal comparto artistico incredibilmente creativo e sofisticato, anche gli oggetti più comuni sono stati re-immaginati per darci del filo da torcere sotto forma di nemici mortali, in battaglie ben studiate che vedranno fondamentale l'utilizzo della meccanica legata al corrente capitolo.

 

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Il gioco riesce a infondere in chi gioca un’incredibile immersività nonostante la visuale in terza persona e a schermo condiviso, e sarà possibile notarlo fin da subito grazie allo splendido lavoro compiuto dalla telecamera, che non è mai ingombrante anche quando si muoverà da sola ai fini di assistere il giocatore o di cambiare inquadratura generale della scena, e soprattutto renderà il passaggio da gioco a cutscene molto fluido dandoci spesso l’idea di star giocando un vero e proprio cartone animato.

Complementarmente alla telecamera che accompagna le viste mesmerizzanti dei paesaggi, contribuisce a questa illusione anche il sound design, dalla musica adatta a ciascun scenario che ci verrà presentato, ai toni che aiutano a costruire l’intera esperienza. Insieme ai suoni ambientali, infatti, sono anche stati ben applicati alle voci dei personaggi degli effetti che aiutano a contestualizzare più pienamente la situazione in cui si troveranno.

 

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L’avventura che ci verrà offerta sarà collaborativa nel senso più completo del termine, richiedendo lavoro di squadra per superare ogni sfida ma intervallando la cooperazione con dei brevi momenti di sana competizione sotto forma di tamburelli, oggetti nascosti che si potranno trovare esplorando le mappe ma che non sempre saranno completamente alla pari, offrendo talvolta più o meno possibilità di vittoria in base alla periferica in uso o alla posizione ricoperta.

Inoltre grazie alla grande varietà di meccaniche uniche, spesso presenti anche solo per rendere più immersivo e divertente lo spostamento tra alcune zone, non sarà insolito avere un costante senso di sorpresa attraverso la campagna, anche quando la si giocherà una seconda volta cambiando personaggio e quindi provando più appieno il gioco.

 

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Alla fine si può dire che per It Takes Two è stato svolto un lavoro che quasi si può considerare unico, soprattutto quando si parla di videogiochi, portando un livello di innovazione senza pari e regalando un’esperienza che si vorrà dimenticare solo per poterla rivivere nuovamente con lo stesso livello di stupore e divertimento del primo completamento, ma che in realtà riesce benissimo a mantenere anche quando si conosce già quello a cui si sta andando incontro.

Gli argomenti presentati non saranno superficiali o infantili nonostante la stravaganza degli eventi ai quali ci troveremo di fronte, incontrando invece più volte temi sensibili e profondi, che riusciranno a farci mettere in dubbio le nostre decisioni e l'etica dietro il modo in cui avremo deciso di affrontarle.

Seppure il messaggio che vuole dare è molto intenso, però, il gioco riesce a reggere un tono allegro contenendo inoltre molte citazioni pratiche e non, riguardanti il nostro panorama cinematografico, videoludico e musicale che faranno sentire un po’ più fiero chiunque riuscirà a coglierne anche solo qualcuna, e che saranno ben inserite in modo da cambiare piacevolmente il ritmo del gioco, mantenendo al contempo una buona continuità. Su quest'ultima, infine, non interferirà affatto la difficoltà, che manterrà nei giocatori l'attenzione agli errori, ma che sarà clemente aggiungendo numerosi checkpoint senza quindi far mai ripetere ampie porzioni di gioco.

 

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It Takes Two sarà in grado di offrire una fantastica esperienza adatta anche a un paio di semplici amici, ma che onestamente vediamo più indicata per le coppie anche a causa della morale che vuole trasmettere, anticipata fin dalla premessa del gioco. A prescindere da chi sarà a giocarlo però, riuscirà sicuramente ad intrattenere, divertire e infondere messaggi che rimarranno con noi e ci accompagneranno fuori dal mondo virtuale anche una volta completata la storia.

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