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RIAA, la crociata antiP2P è un rischio

Roma - Con decine di migliaia di cause legali intentate contro condivisori illeciti o presunti tali, RIAA si muove su un terreno pericoloso: qualora andasse male un buon numero di processi, l'intera strategia seguita in questi anni dai legali e dai rappresentanti dei discografici potrebbe saltare completamente. RIAA ne è consapevole e cerca di non spingere troppo, abbandonando i casi che è convinta di non vincere. Ma la exit strategy potrebbe non essere più sufficiente se i cittadini chiamati alla sbarra decidessero di contrattaccare. È lo scenario dipinto in questi giorni da ars technica, che analizza le possibili conseguenze del caso Warner Bros. contro Tallie Stubbs, possibile paradigma per molti successivi processi avviati dall'associazione. Dopo aver portato Stubbs in tribunale, le etichette hanno deciso di "non dare seguito alle accuse contro l'imputato", per l'evidente impossibilità di fornire prove sufficienti che la signora Stubbs avesse scambiato file protetti dal diritto d'autore sul network di Kazaa.

La formula scelta da RIAA per concludere il procedimento è la dismissione con riserva, secondo cui i legali dell'industria si riservano eventualmente il diritto di perseguire ancora la signora in futuro. Ma la cosa non è piaciuta all'utente, che è invece alla ricerca di un proscioglimento pieno ed ha per questo contrattaccato, nonostante RIAA abbia comunque promesso di non denunciarla più.

La decisione della signora Stubbs è stata accettata dal giudice Vicki Miles-LaGrange, secondo cui esistono le condizioni perché questa cerchi in tribunale la piena assoluzione da qualunque violazione attribuita al suo buon nome. Non è dunque riuscito il tentativo di RIAA di evitare che il procedimento faccia la stessa fine del caso Debbie Foster o di quella che rischia di fare con Patti Santangelo: l'accusa che viene costretta a pagare le spese legali dell'accusato.

Se un tale trend dovesse imporsi, il sistema messo in piedi dall'industria, quello basato su congrui pagamenti extragiudiziali da parte degli accusati che vogliano evitare il tribunale, si trasformerebbe in un boomerang. Proprio per scongiurare questo rischio, RIAA ha pensato bene di chiedere al giudice la non accettazione della contro-causa di Tallie Stubbs, richiesta che è stata appunto rifiutata da Miles-LaGrange.

Qualora l'associazione dovesse poi perdere la contro-causa che ora va avanti, si configurerebbero tutte le condizioni per un trend negativo: per RIAA sarebbe a quel punto più difficile uscire dai casi più spinosi, e i cittadini americani chiamati alla sbarra senza prove sufficienti avrebbero una motivazione in più per far valere fino in fondo le proprie ragioni.

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