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Roma - Il percorso del formato Open XML verso la standardizzazione ISO appare irto di ostacoli. Negli scorsi giorni il Technical Committee V1 dell'INCITS, l'organizzazione che rappresenta gli Stati Uniti all'interno di ISO, non è infatti riuscita a esprimere un parere sulla proposta di approvare Open XML a standard ISO. Ed in Italia il responso, seppure ancora non ufficiale, sembra andare in una direzione non molto diversa. Secondo quanto riportato da Ars Technica, sono mancati due voti affinché il comitato V1 votasse per il "sì", chiamato in gergo "Approval, with comments". Ma l'organizzazione non è riuscita a raggiungere il quorum neppure quando ha votato per il "no" ("Disapproval, with comments") e per l'astensione ("Abstention, with comments).

Ars spiega però che il procedimento di votazione di urgenza, chiamato da ISO "fast-track", prevede che i rappresentanti dei vari paesi membri, come il V1, abbiano ancora una chance per esprimere il proprio voto: entro i primi di settembre i comitati che non hanno formulato una decisione finale, come il V1, potranno infatti ricorrere ad una serie di ballottaggi. In questo caso, però, i voti di chi ha votato per il "no" e per l'astensione si sommano, elevando il quorum per il "sì" da 2/3 a 3/4. Il regolamento integrale è disponibile qui.

Maggiori dettagli sulla votazione americana, e sulla situazione delle forze in campo, si trovano in questo articolo di BetaNews.com.

Come si è detto, anche in Italia le cose non sembrano essere andate nella direzione auspicata da Microsoft. Qui l'organismo responsabile di esprimere un voto per Open XML è UNINFO che, stando a dati ancora ufficiosi - ma confermati da più parti - ha votato a favore dell'astensione.

Alcuni degli esponenti italiani della fazione del "no", come Mimmo Cosenza e l'avvocato Carlo Piana, hanno denunciato nelle scorse settimane l'iscrizione in massa a UNINFO di società che hanno rapporti di partnership con Microsoft. C'è chi vede dietro a questo fenomeno, per altro rilevato anche in USA, Danimarca, Portogallo e altri paesi, la volontà di Microsoft di influenzare il voto a favore del proprio formato. Cosenza arriva persino a parlare di "reclutamento di nani e ballerine per biechi scopi di cassa", e loda il celebre ricercatore e imprenditore italiano Leonardo Chiariglione per aver deciso di astenersi dal voto.

"Per fortuna, ad opporsi a questa situazione vi sono state numerose società del mondo del Software Libero (detto anche open source) e associazioni varie, come il MiLUG, il LUGBZ e il LUGTS, ma anche il TIS e Assoli", ha scritto invece Piana sul proprio blog.

Proprio negli scosi giorni l'Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org), ha diffuso una nota in cui elenca alcuni dei motivi per cui, a suo modo divedere, "il formato dei file di Office 2007 non è pronto per diventare uno standard". Motivi in parte già per altro espressi nella petizione anti-Open XML che ha preso vita lo scorso giugno. Petizione a cui si contrappone quella voluta da Microsoft a sostegno della sua grande bataglia per vedere riconosciuto a livello internazionale il suo formato Open XML, già eletto a standard da ECMA.

Fonte: PuntoInformatico

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