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Nokia e Philips: il DRM cancelli l'equo compenso

I due colossi europei dell'elettronica si appellano a Bruxelles perché cancelli la tassazione sui dispositivi elettronici. Un prelievo - dicono - che turba il mercato. Oggi controllabile via DRM

Bruxelles - Si sta cucinando una grossa novità sul fronte delle tecnologie anticopia associato all'equo compenso: due tra i maggiori colossi dell'elettronica europei, Nokia e Philips, hanno chiesto all'Unione Europea di cancellare il prelievo forzoso sulle vendite di supporti vergini e prodotti di registrazione. Un prelievo che tocca pressoché tutti i paesi europei, Italia compresa, e che comporta un aumento dei prezzi dei prodotti stessi.

Questa "tassa" secondo i due colossi europei oggi va cancellata perché si traduce in una doppia imposizione per il consumatore: da un lato lo si tassa quando scarica una canzone da un jukebox online e dall'altro lo si tassa una seconda volta quando acquista un player Mp3 per ascoltare quella canzone. Il principio base dell'equo compenso è in sintesi l'idea di raccogliere un "quantum" dalla vendita di prodotti che potrebbero essere utilizzati per effettuare la copia di contenuti protetti dal diritto d'autore: così facendo si assicurerebbe la copertura dei "diritti non riscossi" su quelle copie.

Due sono le ragioni per cui Nokia e Philips ritengono che sia giunta l'ora dell'equo compenso, come evidenzia un bell'articolo di Betanews. La prima risiede nel fatto che proprio nei giorni scorsi le società di raccolta dei diritti d'autore dei singoli paesi, vale a dire SIAE e omologhi, dopo un braccio di ferro durato anni hanno raggiunto un'intesa per coordinare il proprio lavoro in modo tale soprattutto da rendere la vita più facile ai servizi forniti a più paesi della UE, ad esempio i jukebox che vendono musica online. La seconda è invece legata al Digital Rights Management, il DRM, tecnologie che a loro dire oggi garantiscono la possibilità di gestire i contenuti venduti in un modo impensabile ai tempi dell'instaurazione dell'equo compenso.

Di per sé le tesi di Nokia e Philips non sono una novità: già la Business Software Alliance, l'alleanza dei produttori di software proprietario, fu promotrice di una denuncia sul diabolico meccanismo dell'equo compenso. La novità, dichiarata a mezza voce, sta nella concezione del DRM come "via di fuga" dalla tassazione orizzontale su quanto viene venduto in tutta Europa.

Aspetto non secondario, nel giudicare l'iniziativa dei due colossi europei, è la loro appartenenza alla CLRA, ovvero Copyright Levies Reform Alliance, un gruppo a cui aderisce la quasi totalità dell'industria hi-tech, che ha già chiesto l'abolizione dell'equo compenso. CLRA ritiene esplicitamente che "se i sistemi di protezione verranno usati via via più ampiamente in futuro, questo dovrebbe risultare in una riduzione o eliminazione della tassazione".

Qualora passasse la tesi di CLRA, dunque, i consumatori europei potranno finalmente acquistare dispositivi senza sovrattasse. Che poi il DRM non consenta di usare liberamente i contenuti è, evidentemente, tutta un'altra storia.

Fonte:punto informatico

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