Ciao Mondo 3!

Una mod di troppo


Roma - Un giovane diplomando texano di origini cinesi è stato espulso dalla scuola e arrestato per aver realizzato una mappa per un game dai contenuti forti spesso finito nel mirino dei benpensanti: Counter-Strike. La mod riproduceva la pianta del liceo frequentato dal ragazzo, ed era stata scoperta dopo che alcuni genitori avevano segnalato la sua esistenza alla direzione della scuola. Allo studente verrà probabilmente impedito di conseguire il diploma assieme ai suoi compagni di corso, troppo scabrosa è l'idea che si possa giocare con armi e munizioni virtuali in un ambiente virtuale che riproduce l'istituto scolastico reale.

La vicenda ha avuto inizio lo scorso 17 aprile, solo un giorno dopo i tragici fatti avvenuti in Virginia che hanno visto protagonista un giovane di origini coreane, quando il preside della scuola è stato informato da una telefonata dell'esistenza della mappa di gioco: scovato in rete il sito personale del ragazzo e verificata la presenza della mod, il preside aveva convocato la polizia per approfondire la vicenda.

Dopo aver perquisito l'armadietto dello studente senza trovare alcuna traccia significativa, il diciassettenne è stato prelevato dalla sua classe e condotto nell'ufficio del preside. Il ragazzo si è mostrato stupito per l'attenzione prestata ad un "semplice gioco", ma ha compreso la gravità del fatto alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca e si è detto disposto a cancellare la mappa e a promettere di non realizzarne altre in futuro.

Una successiva perquisizione in casa dello studente, la cui identità resta protetta dal più stretto riserbo, non ha prodotto alcuna prova indicante potenziali minacce: sarebbero state rivenute unicamente cinque spade decorative da collezione, non affilate, e un martello che, secondo i familiari, il giovane impiega per sistemare il suo letto traballante. Tali rinvenimenti non hanno mancato di suscitare ironia e sarcasmo nella blogosfera.

uno shot del celebre gameSebbene fonti vicine alla polizia parlino di circostanze attenuanti per la posizione del ragazzo, la vicenda è stata classificata di livello 3: questo tipo di minaccia implica il rischio di un attacco terroristico ai danni della scuola e, secondo il regolamento vigente nel distretto, impone il trasferimento dello studente presso una struttura educativa correttiva. Per questo lo studente rischia ora di ripetere l'intero anno scolastico, nonostante il suo ottimo profitto.

La vicenda ha assunto risvolti politici quando due membri del consiglio distrettuale scolastico hanno convocato una riunione d'urgenza, per ridiscutere le misure disciplinari contro il ragazzo. Una piccola folla di un centinaio di componenti della comunità cinese di Fort Bend ha presenziato alla riunione, per sostenere la famiglia dello studente e invitare il consiglio a rivedere la propria decisione.

A causa dell'assenza di più di metà dei membri del consiglio, la riunione è stata annullata: si avvicinano le elezioni nel distretto, e i candidati sospettano che le azioni di qualcuno siano legate ad un tentativo di raccogliere consensi cavalcando la questione razziale. Al momento la situazione del giovane resta complessa, e lo slittamento del riesame della sua pratica comporterà quasi sicuramente la fine delle sue speranze di diplomarsi con i suoi amici.

 

 


 

Nel frattempo ars technica segnala un nuovo studio che tenta di fare luce sulla relazione tra aggressività e videogame. Patrick M. Markey e Gary W. Giumettia della Villanova University hanno suddiviso in due macro-categorie i pazienti da loro analizzati: i soggetti calmi e quelli dalla personalità irascibile

Dopo aver sottoposto campioni di entrambi i gruppi a sessioni di videogaming violento e non, hanno misurato il loro livello di aggressività invitandoli a completare alcune storie con venti risposte su come avrebbero agito in una determinata situazione.

Il risultato delle analisi mostra una leggerissima prevalenza di risposte aggressive da parte dei soggetti con personalità irascibile: la differenza tuttavia è di soli 2 individui, un risultato che i ricercatori sottolineano sia per altro assimilabile ad altri esperimenti compiuti ponendo i pazienti in stanze con temperature elevate.

uno shot del celebre gameTra le conclusioni più interessanti della ricerca c'è senz'altro la considerazione che, sebbene i videogame violenti possano influire sul comportamento degli individui dalla personalità aggressiva, l'eliminazione degli stessi non implica un particolare vantaggio: restano inalterati gli influssi di altri media che possono veicolare contenuti violenti, come TV e film, ed introducono invece un fattore di privazione nella vita dei soggetti.

Come sottolineato da ars, ogni nuovo studio sull'argomento non fa altro che introdurre ulteriore confusione sull'argomento: la letteratura in questo campo è vastissima e spesso i risultati di una singola ricerca possono essere impiegati per sostenere ipotesi diametralmente opposte. Certo è che i videogiochi non possono uccidere le persone: sono le pistole a farlo.
 

 

 

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