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Giocare a Counter-Strike è da terroristi - I videogiochi non uccidono

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Nel frattempo ars technica segnala un nuovo studio che tenta di fare luce sulla relazione tra aggressività e videogame. Patrick M. Markey e Gary W. Giumettia della Villanova University hanno suddiviso in due macro-categorie i pazienti da loro analizzati: i soggetti calmi e quelli dalla personalità irascibile

Dopo aver sottoposto campioni di entrambi i gruppi a sessioni di videogaming violento e non, hanno misurato il loro livello di aggressività invitandoli a completare alcune storie con venti risposte su come avrebbero agito in una determinata situazione.

Il risultato delle analisi mostra una leggerissima prevalenza di risposte aggressive da parte dei soggetti con personalità irascibile: la differenza tuttavia è di soli 2 individui, un risultato che i ricercatori sottolineano sia per altro assimilabile ad altri esperimenti compiuti ponendo i pazienti in stanze con temperature elevate.

uno shot del celebre gameTra le conclusioni più interessanti della ricerca c'è senz'altro la considerazione che, sebbene i videogame violenti possano influire sul comportamento degli individui dalla personalità aggressiva, l'eliminazione degli stessi non implica un particolare vantaggio: restano inalterati gli influssi di altri media che possono veicolare contenuti violenti, come TV e film, ed introducono invece un fattore di privazione nella vita dei soggetti.

Come sottolineato da ars, ogni nuovo studio sull'argomento non fa altro che introdurre ulteriore confusione sull'argomento: la letteratura in questo campo è vastissima e spesso i risultati di una singola ricerca possono essere impiegati per sostenere ipotesi diametralmente opposte. Certo è che i videogiochi non possono uccidere le persone: sono le pistole a farlo.
 

 

 

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