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  1. Vendo il seguente materiale perfettamente funzionante, completi di imballo e manuali: -Nr.1 banco RAM 128MB PC3200 DDR 400 SDRAM Infineon -Nr.1 banco RAM 256MB PC3200 DDR 400 SDRAM AData -Nr.2 MODULI 64MB 144 PIN PC133 SO-DIMM SDRAM - INFINEON -DVD-ROM (40x) SLIM TOSHIBA PER NOTEBOOK SD-C2502 -LETTORE FLOPPY SLIM TEAC FD-005HG -MODEM INTERNO AMBIT T18N040.00 (rev.2) -Modem Zyxel ISDN USB -Modem Asuscom ISDN Seriale -Modem PCI Hamlet ISDN -Modem PCI ADSL -Selettore Switch per perferiche parallele -HUB Trust 4 porte USB -Cavo adattatore per connettere periferiche seriali su porta USB -Cavo adattatore USB/USB per trasferimento dati pc/pc -Cavi ethernet varie lunghezze -Mouse wireless Trust analogico (con pallina) -Alimentatore x case 250watt Compaq. Prezzo richiesto per ciascun accessorio in elenco 5 euro + s.s.
  2. Sotto consiglio del Boss, provo a fare un po' d'ordine tra i post di questa sezione. Ho raccolto quì varie guide su Linux ad opera di DVk e ConteZero, a cui va un ringraziamento speciale per aver contribuito! Molte di queste guide non sono molto aggiornate a causa della continua e velocissima evoluzione di Linux, ma possono sempre far comodo. Vi invito, inoltre, a postare successive guide quì per tenere il tutto in ordine. Buona lettura! WARMSWAP: I CASSETTINI, GLI HARD DISK E LINUX (by ConteZero) Premessa Le periferiche IDE sono oramai nei nostri PC da quasi vent'anni ed in questo periodo hanno subito diverse evoluzioni per adattarsi a problemi sempre pi? complessi. Questo piccolo articolo vuole spiegare com'? possibile, grazie al fido linux ed un utility oramai standard in tutte le distribuzioni (hdparm), smontare e sostituire un disco senza dover spegnere il computer. IDE / SerialATA Quello che seguiremo ? un breve tutorial su come effettuare la sostituzione del disco 'a caldo' su dischi IDE (quelli collegati con cavi a 40 o 80 poli, per intenderci), buona parte di quanto vedremo ? probabilmente adattabile senza problemi anche ai dischi Serial ATA che sono stati progettati per supportare anche questo genere d'operazioni. Non avendo, ad oggi, ancora fatto esperimenti per testare fino a che punto sia stabile e funzionante la procedura di sostituzione a caldo dei dischi SerialATA si preferisce comunque non includerli in questa trattazione. HotSwap / WarmSwap Originariamente i device IDE non sono stati pensati per questo genere di cose, che ha senso principalmente nei server, per? ? vero che, con qualche accorgimento e con un minimo di perizia, questo genere di operazione pu? essere svolto in modo sicuro anche sui computer di casa. Per la precisione quella che eseguiremo sar? la procedura di "warmswap"; spesso si tende a chiamare la rimozione a computer acceso "hotswap", la differenza ? che in hotswap basta tirare la maniglia ed il disco viene via senza nessun problema e senza destabilizzare il sistema operativo mentre con il warmswap ? necessario lanciare una serie di comandi e seguire una serie di accorgimenti per evitare uno o pi? dei seguenti effetti indesiderati: 1. il disco si distrugge (perch? le testine ancora girano quando lo strattonate via) 2. il sistema operativo si pianta (perch? nessuno l'avverte che il disco ? stato rimosso) 3. si brucia la scheda madre (per un ritorno di corrente sul circuito) 4. si brucia l'altro disco sullo stesso canale IDE Chi ? responsabile di cosa Il warmswap ? comunque una specie di hack, sebbene funzioni bene con moltissimi controller (l'abbiamo testato su controller HighPoint, Intel e VIA) ha un margine di rischio nel cui potrebbe accadere qualcosa di molto brutto; per questa ragione noi non ci prendiamo la responsabilit? di quello che pu? accadere e, per evitarVI problemi, vi invitiamo a provare dapprima su un sistema senza altri dischi montati e con un disco "sacrificabile" privo di dati importanti. Nessuno ha piacere a vedere controller bruciati, dischi che smettono di funzionare e via dicendo ma questo ? in teoria possibile se qualcosa andasse male. A noi non ? mai successo ma ci? non vuol dire non sia possibile... Prerequisiti Come minimo ? necessario avere una macchina con linux installato, un kernel abbastanza recente ed un cassettino IDE in cui mettere i dischi da staccare e riattaccare. E fortemente consigliabile un cassettino che "stacchi la corrente" al disco quando questo ? pronto per essere rimosso... alcuni cassettini hanno un piccolo interruttore elettrico che toglie l'alimentazione al disco quando si toglie la "sicura" che blocca il cassettino nella slitta; un tale prodigio della tecnica costa circa 12 euro al negozio sotto casa ed offre un certo margine di sicurezza in pi?. Per motivi che spiegher? in fondo ? consigliabile che il canale IDE collegato al cassettino non abbia altri device. La rimozione spiegata comando per comando La prima cosa che bisogna fare (e questo non ha a che fare con l'interfaccia IDE) ? "smontare" logicamente, mediante il comando umount, le partizioni appartenenti al disco che dobbiamo togliere (se ce ne sono di montate) o disabilitare il disco dall'array (nel caso il disco faccia parte di un RAID software), ricordatevi di fare un sync prima, cos? svuoterete i buffer di linux. A questo punto ? consigliabile disabilitare il DMA per evitare possibili trasferimenti asincroni a seguire, cosa che viene fatta tramite: hdparm -d 0 /dev/hdx x ? ovviamente il numero relativo al disco. E' consigliabile anche lanciare un comando che svuoti la cache del disco (visto che alcuni dischi IDE arrivano ad 8 o 16 Mb di cache ? probabile che la cosa sia utile): hdparm -f /dev/hdx a questo punto bisogna 'spegnere' il disco, in pratica lo mettiamo 'a dormire' in sleep, cosicch? le testine si parcheggino ed i dischi smettano di girare, cosa che render? l'estrazione meno pericolosa per l'integrit? fisica del disco stesso: hdparm -Y /dev/hdx a questo punto il disco dovrebbe fare un rumore tipico che ? quello delle testine che si parcheggiano e dei dischi che smettono di girare. Qui ? possibile mandare qualche altro comando addizionale, alcuni di questi non sono riconosciuti dai controller ed in genere non sono necessari, ma li includo per completezza: hdparm -x 1 /dev/hdx serve per mettere in protezione l'interfaccia elettronica del disco, un comando equivalente esiste per il controller ma in genere non ? supportato. A questo punto dobbiamo dire a linux di disabilitare il controller, questo passo pu? essere fatto anche dopo la rimozione del disco ma la cosa ? sconsigliabile perch? un qualsiasi componente o utente potrebbe altrimenti provare ad accedere al device producendo effetti rovinosi, se non addirittura il blocco in toto del computer: hdparm -U n /dev/hdx e qui bisogna fare un paio di precisazioni, n ? il numero che rappresenta il controller IDE da disabilitare; zero per il primo controller (che gestisce hda e hdb), uno per il secondo (hdc e hdd) e cos? via, inoltre x non deve necessariamente rappresentare il disco rimosso, semplicemente (per motivi asburgici) bisogna passare al comando il percorso ad un device qualsiasi (purch? esistente) affich? il comando venga eseguito. Ora potete rimuovere il vostro meraviglioso disco. L'inserimento spiegato comando per comando Se la rimozione ? stata difficile l'inserimento del nuovo disco ? invece molto pi? semplice, basta mettere il nuovo disco (andr? immediatamente in spin-up) e dare i pochi comandi necessari per farlo riconoscere al sistema. Se avete messo in protezione il controller (non ho neppure indicato il comando, tanto nel 99% dei casi non ? supportato), dovete riabilitarlo subito dopo aver installato il nuovo disco. A questo punto linux non ha idea del fatto che c'? un altro disco, l'interfaccia IDE non ? progettata per mandare dei segnali che indicano l'inserimento dei dischi, per cui dovete forzare il sistema a esaminare il controller e riconoscere eventuali dischi su di esso; il comando ?: hdparm -R c p i /dev/hdx ed ? il comando pi? rognoso di tutta la procedura, per il numero ed il significato dei parametri; vediamoli insieme: c rappresenta l'indirizzo di porta del controller p rappresenta l'indirizzo di porta dati del controller i rappresenta l'irq del controller stesso x rappresenta come al solito un device esistente, per questo di solito si passa /dev/hda che, essendo di norma il disco di sistema, ? sempre disponibile. per gli altri parametri possiamo vederli controllando le righe che ci d? il dmesg,per comodit? io lancio direttamente dmesg | grep "on irq" che non ? il massimo della pulizia ma ritorna correttamente: ide0 at 0x1f0-0x1f7,0x3f6 on irq 14 ide1 at 0x170-0x177,0x376 on irq 15 ide0 ? ovviamente il controller 0, 0x1f0 ? l'indirizzo di porta del controller (ad hdparm bisogna fornirlo con lo 0x iniziale), 0x3f6 ? l'indirizzo di porta dati (anch'esso v? fornito con 0x) e 14 ? ovviamente l'IRQ. Non spaventatevi, questi valori sono fissi, una volta trovati non cambiano, per di pi? quelli relativi ai primi due controller (indicati appena sopra) sono standard. Di norma il -R dovrebbe anche controllare le partizioni del disco montato ma, per una questione di sicurezza e pulizia, ? consigliabile forzare la rilettura, mediante il comando: hdparm -z /dev/hdx dove x questa volta rappresenta proprio il disco la cui partition table vogliamo che venga riletta. A seguire vanno ulteriori comandi (che non scrivo) che servono a reimpostare la modalit? di scrittura adeguata, riabilitare il DMA, il modo a 32 bit, i trasferimenti multipli e via dicendo. Nota dolente Il limite del warmswap IDE ? che si pu? usare solo un disco per canale... la cosa non ? esattamente vera, teoricamente potremmo mettere sia un master che uno slave sullo stesso canale ma il comando di deregistrazione del device, che lavora direttamente sul controller, disabilita comunque entrambi i dischi, per cui anche il secondo sarebbe irraggiungibile fino a quando non viene riregistrato il canale (purtroppo non c'? alternativa). Arrivederci! ConteZero GUIDE DI DVk COMPILARE IL KERNEL Compilare il kernel col metodo Debian e' piu' semplice di quanto si possa pensare. Controllate che abbiate kernel-package gcc, binutils e modutils. Naturalmente procuratevi il sorgente del kernel, scaricandolo da kernel.org oppure usando i sorgenti messi a disposizione da Debian: con $apt-cache search kernel-source vediamo quali versioni sono disponibili e con $ apt-get install kernel-source-2.x.x (ovviamente sostituite alle x la versione del kernel desiderata) scarichiamo. Il file compresso verr? scaricato in /usr/src. Spostiamoci in quella cartella, e diventiamo root: $ su quindi scompattiamo il file: $ tar -jxvf kernel-source-2.x.x.tar.bz2 A questo punto avremo un directory kernel-source-2.x.x, spostiamoci al suo interno. Se abbiamo gia' un file di configurazione che vogliamo usare copiamolo nella cartella e importiamolo: $ make oldconfig Passiamo alla configurazione del kernel, e' possibile farlo con ncurses o uno grafico, io uso ncurses: $ make menuconfig Una volta terminata la fase di configurazione, possiamo compilare il kernel. Lanciate questo comando, serve nel caso abbiate compilato un altro kernel in precedenza, lanciatelo lo stesso non fa mai male.make-kpkg clean. E adesso compiliamo, il risultato sara' un?immagine del kernel in formato .deb: make-kpkg kernel_image bene ora il kernel e' compilato. Saluti DVk thx to Dan^K^e SIMBOLI SPECIALI IN LINUX So che ? un problema comune x molti utenti generare la famosa ~ (sisi proproi quella che sotto Winzozz si fa con Alt+126 della tastierina numerica) Sotto Linux invece: a) Per generarla all'interno di una console testuale si deve utilizzare la combinazione di tasti [AltGr+0]. B) Nelle applicazioni per il server X si deve utilizzare la combinazione [AltGr+?]. Saluti e Baci DVk
  3. AMD e Rambus hanno stretto un accordo che prevede l´utilizzo da parte della prima delle tecnologie Rambus relative alle memorie XDR, DDR2, DDR3 ed alle interfacce PCI Express ed FB-DIMM. Anch... http://www.dinoxpc.com/News/news.asp?ID_News=10143&What=News
  4. Il famoso sito tedesco Overclocker Inside ha pubblicato in una pagina web una lista di utility varie per overclock con relativo link per download. link per il sito: http://www.ocinside.de/go_e.html?http://www.ocinside.de/html/links/ocsoft_links.html
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