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Nel passato il malware è stato utilizzato per essere diffuso tramite e-mail. In questi giorni, invece, sono i siti Internet a rappresentare il canale principale di distribuzione per worm, Trojan e altri pericoli simili. A questo scopo i cyber criminali manipolano siti esistenti oppure ne creano di nuovi per trasformarli in catapulte per lanci massivi di malware o trappole per il phishing. Tutto quello che serve è una visita a uno di questi siti per fare in modo che del malware si installi su un PC attraverso, per esempio, un attacco di tipo drive-by, al fine di rubare password o altri dati personali. Per ingannare gli utenti in modo tale che questi non si insospettiscano e farli cadere in trappola i criminali utilizzano un numero variabile di differenti tipologie di siti Internet, tra cui siti falsi o manipolati che si riferiscono al mondo IT e alle telecomunicazioni, agli shop online o alla pornografia, oppure a blog. G Data ha stilato una classifica dei 10 siti più pericolosi suddivisi per tipologia.
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Era nell'aria... prima o poi anche il "ferreo" sistema di protezione dei dischi hd-dvd sarebbe crollato (permettendo così la nascita di numerose utility per il ripping dei dischi video ad alta definizione). In queste ore la chiave di decrittazione è stata pubblicata su numerosissimi siti web (tra cui il notissimo Digg.com) e subito si sono minaccate azioni legali contro coloro che rendono dispinibile il codice. Inutile dire che la risposta è stata una vera e propria "inondazione" su tutti i siti web...
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SAN FRANCISCO (Reuters) - Google ha annunciato che sta lavorando con i governi di Arizona, California, Utah e Virginia per rendere più semplice l'accesso a informazioni utili al pubblico ma difficili da trovare sui siti governativi. Google, il più famoso motore di ricerca di internet, ha annunciato di aver stipulato un accordo con i quattro stati per tentare di rendere le informazioni più facilmente recuperabili sia attraverso il sito di Google che direttamente sui siti dei vari stati. "Molte agenzie di stato pensano al loro sito come una vetrina da esposizione invece che come a un mezzo dinamico per stabilire una comunicazione fra cittadini e governi", ha detto Darrell West, professore di scienze politiche dell'università Brown. "Il problema è che ci sono alcune parti dei siti di pubbliche amministrazioni a cui i motori di ricerca non possono accedere", ha aggiunto il professore. L'accordo fra Google non prevede alcun pagamento tra le parti, ma dovrebbe rendere disponibili migliaia di nuove informazioni conservate sulla rete, che fino ad ora non erano recuperabili da nessun motore di ricerca.