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  1. Roma - La società di analisi - ABI Research - ha appena annunciato che grazie alla fantastica crescita del pinguino, nei prossimi 5 anni Linux diventerà il sistema operativo a più grande espansione nel settore degli ormai famosissimi smartphone. Linux infatti grazie alle versioni embedded crescerà in media del 75% all'anno. Avremo così molto probabilmente più del 30% dei prodotti del mercato con piattaforma Linux, che quindi accompagnerà più di 300 milioni di smartphones. La più grande minaccia allo sviluppo di Linux sui nostri cellulari, sempre secondo la società di analisi ABI Research, è la quantità di sistemi operativi basati su linux. Se davvero il pinguino volesse combattere con le potenze mondiali quali il Symbian o Windows Mobile, si dovrebbe creare un unica versione del loro sistema operativo per Smatphone, oggi invece le piattaforma mobili basate su Linux sono numerosissime, e hanno molte incompatibilità a livello di applicazioni grafiche. Marco Dominici
  2. Karlsbad - La scorsa settimana la società tedesca Nero ha rilasciato la nuova major release 3 del proprio software di masterizzazione Nero Linux che, come suggerisce il nome, gira su alcuni dei più diffusi sistemi operativi basati su Linux.
  3. San Francisco (USA) - Linux Foundation si è detta pronta a difendere gli utenti di Linux che venissero denunciati da Microsoft per violazione di brevetto. La promessa, fatta dal direttore dell'organizzazione Jim Zemlin, arriva a ridosso delle controverse accuse scagliate da Microsoft contro Linux e altri software open source, tacciati di infrangere oltre 230 brevetti.
  4. San Diego (USA) - I sistemi operativi desktop tradizionali? Obsoleti. Questa la cruda sentenza di Red Hat, che al Summit di San Diego ha presentato una nuova versione client della propria distribuzione Linux, chiama Global Desktop, a suo dire destinata a mutare il concetto stesso di desktop computing.
  5. Dallas (USA) - Facendo seguito al sondaggio pubblico su Linux lanciato lo scorso febbraio, Dell ha siglato un accordo con Canonical per fornire la famosa distribuzione Linux Ubuntu su un selezionato numero di desktop e notebook consumer.
  6. Armonk (USA) - Ad oggi IBM ha già portato sulla propria architettura Power oltre 2.800 applicazioni, ma sono ancora molte quelle che non posso essere fatte girare in modo nativo su questa piattaforma. Per rimediare al problema IBM ha sviluppato una soluzione di virtualizzazione battezzata System p Application Virtual Environment (System p AVE).
  7. Waltham (USA) - Novell ha distribuito il primo service pack (SP1) per le versioni server e desktop proprio sistema operativo SUSE Linux Enterprise (SLE) 10. In questo upgrade sono visibili i primi frutti della collaborazione fra Novell e Microsoft, tra i quali una migliorata interoperabilità con la tecnologia Active Directory e il supporto, in OpenOffice, delle macro di Office e dei documenti di Word 2007.
  8. San Francisco (USA) - Dopo aver completato i processi burocratici che sottendono la costituzione di ogni nuova organizzazione non profit, ultimo dei quali la formazione del consiglio di amministrazione, Linux Foundation ha iniziato ad operare a pieno regime. Tra i primi risultati di questa attività c'è la pubblicazione, avvenuta il giorno di Pasqua, di un aggiornamento della specifica Linux Standard Base (LSB) 3.1.
  9. Espoo - Confermando il proprio interesse verso il mondo open source, Nokia ha annunciato la disponibilità di un tool progettato per semplificare il porting delle applicazioni Linux verso la propria piattaforma S60.
  10. Dallas (USA) - Dell ha confermato la propria intenzione di preinstallare Linux non solo su server e workstation, ma anche su un selezionato numero di sistemi desktop e notebook. Si tratta senza dubbio di una prima grande vittoria per i moltissimi utenti che, nelle scorse settimane, hanno appoggiato in massa le proposte pro open source apparse sul sito DellIdeaStorm.com.
  11. Grazie ad un accordo con Sony, Yellow Dog Linux ha sviluppato una versione della propria distribuzione Yellow Dog Linux in grado di girare sull'imminente PlayStation 3. La distribuzione potrà essere scaricata gratuitamente Roma - Le voci sulla possibilità che PlayStation 3 includa il supporto a Linux hanno trovato conferma in un annuncio di Terra Soft. Grazie ad un accordo con Sony, la piccola società americana ha infatti sviluppato una versione del proprio Yellow Dog Linux, storica distribuzione per processori PowerPC, in grado di girare su PS3. L'imminente Yellow Dog Linux 5.0 sfrutterà la già ventilata capacità della nuova console di Sony di supportare più sistemi operativi: ciò permetterà ai suoi utenti di trasformare la propria console da gioco in una vera e propria workstation, capace di far girare applicativi d'ogni genere e giochi "fatti in casa". La versione per PS3 di Yellow Dog Linux 5.0 verrà lanciata a metà novembre, e sarà seguita a breve distanza dalla classica versione per Macintosh. Come nella tradizione di Terra Soft, il rilascio della nuova distribuzione avverrà in tre fasi: durante le prime due settimane potranno scaricare il sistema operativo solo gli iscritti al servizio YDL.net (a pagamento), dopodiché la distribuzione verrà venduta su Internet e, ad un mese di distanza dal lancio, resa disponibile in una versione gratuita. Vuole il caso che quest'ultima fase coinciderà proprio con l'inizio delle festività natalizie. Terra Soft sostiene che Yellow Dog Linux 5.0 sarà il primo sistema operativo Linux-based a girare sulla PS3, un risultato ottenuto grazie alla grande esperienza maturata dal suo team di sviluppo con le CPU PowerPC: l'architettura di questi chip è infatti simile a quella utilizzata nei processori Cell della PS3. Va anche detto che per Terra Soft questa non è la prima esperienza con le CPU Cell: l'azienda ha infatti già sviluppato una versione di Linux per i server blade Cell-based di Mercury. Yellow Dog Linux 5.0 poggerà sul codice di Fedora 5 e utilizzerà il kernel di Linux 2.6.16 e un'interfaccia utente basata sul windows manager Enlightenment. La distribuzione includerà inoltre OpenOffice 2.0.2, Firefox 1.5.0, Thunderbird 1.5.0 e Nautilus 2.14. La presentazione ufficiale del sistema operativo avverrà il 13 novembre presso la fiera SC2006 di Tampa, in Florida.
  12. Roma - "Toccate un solo membro della comunità Linux e dovrete vedervela con noi tutti". È con questo spirito battagliero, seppure condito da una sana dose di pragmatismo, che il direttore esecutivo di Linux Foundation, Jim Zemlin, ha improntato un recente editoriale apparso su BusinessWeek relativo alle recenti accuse rivolte da Microsoft a Linux e OpenOffice. Accuse che, come noto, riportano in ballo l'ormai annosa questione dei brevetti software e della minaccia che questi rappresentano per l'intero mondo del software open source.
  13. Roma - Fino ad oggi le soluzioni Linux di Red Hat dedicate al mercato desktop sono state pensate soprattutto per il settore delle grandi aziende, ma nel prossimo futuro la società di Raleigh ha in piano il rilascio di una nuova variante del proprio sistema operativo desktop capace, a suo dire, di corteggiare un pubblico assai più vasto e variegato.
  14. Roma - Quando all'inizio del 2003 SCO Group intentò causa ad IBM accusandola di aver copiato in Linux porzioni di UNIX, l'azienda affermò che la violazione riguardava "migliaia di linee di codice". Oggi Big Blue afferma che le linee incriminate sono soltanto 326, e nessuna di queste infrange le proprietà intellettuali di SCO
  15. San Francisco (USA) - Al termine di una gestazione durata due lunghi anni, Red Hat ha dato alla luce una nuova major release del proprio sistema operativo Linux dedicato alle aziende. Red Hat Linux Enterprise (RHEL) 5 si distingue dal suo predecessore per molti aspetti, e principalmente per l'integrazione della tecnologia di virtualizzazione Xen e per un design più flessibile e modulare. Il software di virtualizzazione open source di XenSource è stato integrato all'interno di una piattaforma che comprende numerosi tool grafici per la gestione e l'installazione delle macchine virtuali: buona parte di questi tool fanno parte della suite Red Hat Network Satellite, a cui è possibile aggiungere o togliere moduli per l'aggiornamento, l'amministrazione, il provisioning e il monitoraggio delle macchine virtuali. Red Hat afferma che con tali strumenti le aziende possono consolidare il proprio parco server, virtualizzare i sistemi di storage e amministrare le macchine virtuali in modo centralizzato. Il banco di prova di molte delle funzionalità di RHEL 5, inclusa la sua piattaforma di virtualizzazione, è stato Fedora Core 6: da questa distribuzione gratuita, sponsorizzata da Red Hat, RHEL 5 ha ereditato anche il giovane tool di gestione dei pacchetti Yum, l'aspetto grafico, la versione migliorata e semplificata del modulo di sicurezza SELinux, e il più completo e robusto supporto a IPv6. Tra i nuovi componenti di RHEL 5 vi sono anche Red Hat Cluster Suite, che comprende tecnologie e tool per gestire cluster di server, failover e macchine virtuali, e Red Hat Global File System, un file system a 64 bit capace di supportare fino a 256 nodi e utilizzabile per condividere i dati delle applicazioni in pool comuni di storage. L'altra importante novità di RHEL 5, come si è anticipato, è il suo design modulare, che semplifica il modo in cui le aziende possono installare o caricare solo le applicazioni, i moduli e i servizi di cui hanno realmente bisogno. Questo approccio ben si accompagna alla diversificazione più spinta della piattaforma RHEL, di cui ora Red Hat distribuisce versioni pacchettizzate mirate a determinati ambiti applicativi. Con questa mossa Red Hat tenta di rispondere a coloro che profetizzano la morte dei sistemi operativi tradizionali, spesso monolotici, che per loro natura tendono a diventare sempre più imponenti e complessi. Red Hat ha così deciso di distribuire RHEL 5 non più soltanto nella tradizionale versione desktop, standard (in precedenza ES, ora semplicemente RHEL 5) e advanced (in precedenza Advanced Server, ora Advanced Platform), ma anche sotto forma di soluzioni "preconfezionate" dedicate a tre differenti ambiti applicativi: la Datacenter, che a sua volta si divide in una versione per le piccole aziende ed in una per quelle medie e grandi; la Database, che fornisce specifici tool di supporto per i database Oracle, Sybase, MySQL EnterpriseDB, DB2 ed altri; e la High Performance Computing, dedicata alle applicazioni di calcolo intensivo. "Abbiamo lavorato allo sviluppo di RHEL 5 per due anni con la collaborazione dei nostri clienti e partner. Le loro difficoltà erano chiare: non erano in grado di utilizzare tutta la tecnologia che avevano acquistato e ciò non contribuiva a risolvere in maniera efficace i loro problemi di business. La nostra proposta è stata e sarà sempre quella di fornire software in grado di risolvere le reali necessità di business", ha dichiarato Paul Cormier, executive vice president of Engineering di Red Hat. Verso la fine dell'anno Red Hat lancerà anche un servizio, chiamato Red Hat Exchange (RHX), che semplificherà la ricerca e l'acquisto di applicazioni open source per RHEL 5. RHX permetterà alle aziende di abbonarsi ad applicazioni d'infrastruttura o business fornite dalla stessa Red Hat o dalle sue partner, applicazioni certificate e preconfigurate per integrarsi con RHEL. Tra i vendor che offriranno le proprie applicazioni attraverso RHX vi saranno MySQL AB, SugarCRM, Zimbra e JasperSoft. Dal punto di vista del supporto, Red Hat ha semplificato gli SLA (Service Level Agreement) e ha dato vita ad un centro di assistenza, chiamato Red Hat Cooperative Resolution Center, a cui gli utenti si potranno rivolgere sia per risolvere problemi relativi al software di Red Hat che a quello acquistato attraverso RHX. Fonte: Punto-Informatico
  16. Apro questo thread non per spiegare come, perchè io non ne ho la più pallida idea..ma per far si che con l'aiuto di tutti si crei una sorta di guida che aiuti i più inesperti come me a creare un serverino per hostare un sito di dimensioni piccole con la propria adsl di casa, magari sfruttando i DNS dinamici. Iniziamo col dire che mi sono procurato un P3 con due hdd in raid 1, mast cd, 512mb di ram e una ati radeon 7000. Ieri sotto consiglio del buon moderatore di sezione, alias Penguin mi son scaricato la versione di Ubuntu per server, dopo inizierò con l'installazione... Cercherò di fare foto passo passo dell'installazione per aiutare tutti anche in questa fase. Intanto datemi tutti i consigli possibili ed immaginabili che mi potranno essere utili per questo mio progetto! E che il pinguino sia con voi!!! Marco
  17. questo è il mio primo post con linux:yeah: purtroppo anche i primi problemi che forse avrei potutto evitare installando la ubuntu ultimate edition ma il dvd nn ne voleva sapere di andare (forse troppo rigato) ora ho la ubuntu 7.04 e il problema è la wireless che nn essendo integrata (non ho il centrino) mi da problemi ad installarla la scheda è una broadcom, non ho trovato il driver inf sul sito dell'asus e l'ho preso dal supporto dell'acer, l'ho installato con ndiswrapper ma al primo riavvio mi ha dato errore nel caricarlo:(
  18. ebbene si ragazzi..ieri sera ho assistito ad un evento raro...il blocco completo di un sistema linux... ma compelto!!! non faceva nulla!!! piantato completamenteeeee :crashpc: ecco le prove... a voi i commenti... Marco. ps. quello in foto è il caro Penguin!!! :ihihihih:
  19. Ciao ragazzi, linkino all'articolo ke ho appena scritto, nella sezione Linux. http://www.xtremehardware.com/forum/f22/linux_su_pda_e_finalmente_arrivato_il_momento-3448/#post40987 Ciao a tutti!
  20. Linux su PDA: è finalmente arrivato il momento? Ciao a tutti! Oggi volevo fare un esperimento (sempre su Linux) con voi. Il settore della telefonia e dei palmari è sempre stato (purtroppo) un po' trascurato dalla community Linux. Solo in questi ultimi anni si è destato un certo interesse ed avviati vari progetti, alcuni riusciti (come il porting di diverse distribuzioni mobile Linux su palmari iPAQ) altri ambiziosi (come il porting della grande Debian su palmari Psion serie 5 e serie 7), ed altri molto artigianali, per palmari "di nicchia" come i Palm Tungsten e gli Asus Mypal. Poiché è quest'ultimo il palmare che "passa la casa" (in effetti quando lo comprai non verificai la compatibilità col pinguino) è proprio su un Asus Mypal a620BT che faremo il nostro esperimento. Il MyPal a620 è un palmare di ottima fattura (e questo è universalmente riconosciuto), il suo cuore è un Intel PXA255 che può girare a velocità comprese tra i 200 e i 400Mhz a seconda delle esigenze, con una durata di batteria compresa tra le 6 ore con cpu e display al minimo e le 2 ore con tutto al massimo e Bluetooth e IRDA attivati. Essendo la seconda revisione del palmare, è provvisto di 128MB di ram e 64 di rom, contro gli originali 64 e 64 del modello base. Esce dalla fabbrica con Windows Mobile 2003 e, a causa di una discutibile politica dell'Asus, non è aggiornabile a Windows Mobile 5. Così, anche essendo un buon palmare tutt'ora, è limitato dal software datato. L'unica soluzione sembra, a questo punto, Linux. Grande quantità di applicazioni disponibili, compatibilità con le applicazioni per pc fisso (avete capito bene: potete far girare sul palmare, anche se con mostruosa lentezza, i sw che usate sul vostro pc fisso con Linux!) e, duilcis in fundo, supporto di Java Runtime Environment con la grande quantità di applicazioni multipiattaforma disponibili! Insomma, con Linux un palmare datato diventa attuale. Ma a che prezzo? Vediamolo subito. Dopo una breve ricerca su Google, ecco il sito di quello che sembra il miglior progetto (e il più attivo) di porting Linux su MyPal. Ecco l'indirizzo: MyPal620 - Handhelds.org MoinMoin Wiki Un'occhiata alla pagina Status ci avverte che è tutto più o meno funzionante, tranne il Bluetooth perché... il mantainer del progetto ha un a620 standard, quindi senza Bluetooth. Gia questo è un discreto impedimento, se si considera che il punto forte del nostro palmare è prorpio il Bluetooth! Ad ogni modo, ignorando gli avvertimenti che ci portano al corrente che questo è un progetto in fase di sviluppo e che è quindi potenzialmente instabile, capiamo come installare Linux. Primo modo: Flasharlo al posto di Windows, ma non ci sono utility per fare il backup di Win né si trova il file in rete. Secondo modo: Avvio dall'interno di Win, partizioni Linux su scheda CF. Questo è il metodo che utilizziamo. Non scenderò in dettagli, se qualcuno di voi vuole fare la stessa operazione può contattarmi rispondando a questo post. Creiamo le partizioni in una CF da 256MB, scarichiamo i file e li piazziamo in base alle indicazioni del sito. Inserita la cf nel palmare, eseguiamo il file LINEXEC.EXE, il nostro bootloader che parte da Windows, ripulisce la memoria ed avvia Linux. Ciò che vediamo è lo schermo sbiadire a righe a causa del mancato aggiornamento dello stesso da parte del chip video e subito dopo scorrere le familiari scritte di Linux. Pochi secondi dopo il palmare comincia ad eseguire il server X e l'interfaccia grafica di OPIE. Ecco il risultato. Poche domande per configurare l'ambiente operativo, e siamo attivi! Da notare che è possibile ruotare lo schermo di 90gradi (con win su questo palmare non si può). L'ambiente appare familiare, col menù in basso a sinistra e una barra di applicazioni + avvio rapido che ci mostra il pulsante per la tastiera onboard, l'icona IRDA, il controllo della luminosità del display e l'indicatore della batteria. Inoltre abbiamo un ambiente diviso in tab (Documenti, Giochi, Applicazioni etc.). Immancabile l'utilissima Consolle che ci permette di mettere liberamente le mani nel sistema e la ricca collezione di player video ed audio, tra cui spicca il famosissimo XMMS. Molte altre utility sono fornite, dai numerosi giochini agli editor html, dal word processor al package manager per l'installazione di software, dal lettore PDF al software di navigazione satellitare. Potrei fare notte ad elencare tutti i software installati di default. In particolare mi hanno colpito cose "strane" come i client VNC e FTP, il visualizzatore di presentazioni e l'emulatore di Super Nintendo. In definitiva, un sistema bello ed utilizzabile, peccato solo per il supporto bluetooth mancante (per motivi di forza maggiore, come si diceva sopra) e l'indicatore batteria decisamente poco preciso; problemi che sono sicuro saranno risolti presto per la gioia di tutti i pinguini che, come me, sono spesso... "on the road"! Ciao ragazzi, alla prossima! Dany
  21. Sotto consiglio del Boss, provo a fare un po' d'ordine tra i post di questa sezione. Ho raccolto quì varie guide su Linux ad opera di DVk e ConteZero, a cui va un ringraziamento speciale per aver contribuito! Molte di queste guide non sono molto aggiornate a causa della continua e velocissima evoluzione di Linux, ma possono sempre far comodo. Vi invito, inoltre, a postare successive guide quì per tenere il tutto in ordine. Buona lettura! WARMSWAP: I CASSETTINI, GLI HARD DISK E LINUX (by ConteZero) Premessa Le periferiche IDE sono oramai nei nostri PC da quasi vent'anni ed in questo periodo hanno subito diverse evoluzioni per adattarsi a problemi sempre pi? complessi. Questo piccolo articolo vuole spiegare com'? possibile, grazie al fido linux ed un utility oramai standard in tutte le distribuzioni (hdparm), smontare e sostituire un disco senza dover spegnere il computer. IDE / SerialATA Quello che seguiremo ? un breve tutorial su come effettuare la sostituzione del disco 'a caldo' su dischi IDE (quelli collegati con cavi a 40 o 80 poli, per intenderci), buona parte di quanto vedremo ? probabilmente adattabile senza problemi anche ai dischi Serial ATA che sono stati progettati per supportare anche questo genere d'operazioni. Non avendo, ad oggi, ancora fatto esperimenti per testare fino a che punto sia stabile e funzionante la procedura di sostituzione a caldo dei dischi SerialATA si preferisce comunque non includerli in questa trattazione. HotSwap / WarmSwap Originariamente i device IDE non sono stati pensati per questo genere di cose, che ha senso principalmente nei server, per? ? vero che, con qualche accorgimento e con un minimo di perizia, questo genere di operazione pu? essere svolto in modo sicuro anche sui computer di casa. Per la precisione quella che eseguiremo sar? la procedura di "warmswap"; spesso si tende a chiamare la rimozione a computer acceso "hotswap", la differenza ? che in hotswap basta tirare la maniglia ed il disco viene via senza nessun problema e senza destabilizzare il sistema operativo mentre con il warmswap ? necessario lanciare una serie di comandi e seguire una serie di accorgimenti per evitare uno o pi? dei seguenti effetti indesiderati: 1. il disco si distrugge (perch? le testine ancora girano quando lo strattonate via) 2. il sistema operativo si pianta (perch? nessuno l'avverte che il disco ? stato rimosso) 3. si brucia la scheda madre (per un ritorno di corrente sul circuito) 4. si brucia l'altro disco sullo stesso canale IDE Chi ? responsabile di cosa Il warmswap ? comunque una specie di hack, sebbene funzioni bene con moltissimi controller (l'abbiamo testato su controller HighPoint, Intel e VIA) ha un margine di rischio nel cui potrebbe accadere qualcosa di molto brutto; per questa ragione noi non ci prendiamo la responsabilit? di quello che pu? accadere e, per evitarVI problemi, vi invitiamo a provare dapprima su un sistema senza altri dischi montati e con un disco "sacrificabile" privo di dati importanti. Nessuno ha piacere a vedere controller bruciati, dischi che smettono di funzionare e via dicendo ma questo ? in teoria possibile se qualcosa andasse male. A noi non ? mai successo ma ci? non vuol dire non sia possibile... Prerequisiti Come minimo ? necessario avere una macchina con linux installato, un kernel abbastanza recente ed un cassettino IDE in cui mettere i dischi da staccare e riattaccare. E fortemente consigliabile un cassettino che "stacchi la corrente" al disco quando questo ? pronto per essere rimosso... alcuni cassettini hanno un piccolo interruttore elettrico che toglie l'alimentazione al disco quando si toglie la "sicura" che blocca il cassettino nella slitta; un tale prodigio della tecnica costa circa 12 euro al negozio sotto casa ed offre un certo margine di sicurezza in pi?. Per motivi che spiegher? in fondo ? consigliabile che il canale IDE collegato al cassettino non abbia altri device. La rimozione spiegata comando per comando La prima cosa che bisogna fare (e questo non ha a che fare con l'interfaccia IDE) ? "smontare" logicamente, mediante il comando umount, le partizioni appartenenti al disco che dobbiamo togliere (se ce ne sono di montate) o disabilitare il disco dall'array (nel caso il disco faccia parte di un RAID software), ricordatevi di fare un sync prima, cos? svuoterete i buffer di linux. A questo punto ? consigliabile disabilitare il DMA per evitare possibili trasferimenti asincroni a seguire, cosa che viene fatta tramite: hdparm -d 0 /dev/hdx x ? ovviamente il numero relativo al disco. E' consigliabile anche lanciare un comando che svuoti la cache del disco (visto che alcuni dischi IDE arrivano ad 8 o 16 Mb di cache ? probabile che la cosa sia utile): hdparm -f /dev/hdx a questo punto bisogna 'spegnere' il disco, in pratica lo mettiamo 'a dormire' in sleep, cosicch? le testine si parcheggino ed i dischi smettano di girare, cosa che render? l'estrazione meno pericolosa per l'integrit? fisica del disco stesso: hdparm -Y /dev/hdx a questo punto il disco dovrebbe fare un rumore tipico che ? quello delle testine che si parcheggiano e dei dischi che smettono di girare. Qui ? possibile mandare qualche altro comando addizionale, alcuni di questi non sono riconosciuti dai controller ed in genere non sono necessari, ma li includo per completezza: hdparm -x 1 /dev/hdx serve per mettere in protezione l'interfaccia elettronica del disco, un comando equivalente esiste per il controller ma in genere non ? supportato. A questo punto dobbiamo dire a linux di disabilitare il controller, questo passo pu? essere fatto anche dopo la rimozione del disco ma la cosa ? sconsigliabile perch? un qualsiasi componente o utente potrebbe altrimenti provare ad accedere al device producendo effetti rovinosi, se non addirittura il blocco in toto del computer: hdparm -U n /dev/hdx e qui bisogna fare un paio di precisazioni, n ? il numero che rappresenta il controller IDE da disabilitare; zero per il primo controller (che gestisce hda e hdb), uno per il secondo (hdc e hdd) e cos? via, inoltre x non deve necessariamente rappresentare il disco rimosso, semplicemente (per motivi asburgici) bisogna passare al comando il percorso ad un device qualsiasi (purch? esistente) affich? il comando venga eseguito. Ora potete rimuovere il vostro meraviglioso disco. L'inserimento spiegato comando per comando Se la rimozione ? stata difficile l'inserimento del nuovo disco ? invece molto pi? semplice, basta mettere il nuovo disco (andr? immediatamente in spin-up) e dare i pochi comandi necessari per farlo riconoscere al sistema. Se avete messo in protezione il controller (non ho neppure indicato il comando, tanto nel 99% dei casi non ? supportato), dovete riabilitarlo subito dopo aver installato il nuovo disco. A questo punto linux non ha idea del fatto che c'? un altro disco, l'interfaccia IDE non ? progettata per mandare dei segnali che indicano l'inserimento dei dischi, per cui dovete forzare il sistema a esaminare il controller e riconoscere eventuali dischi su di esso; il comando ?: hdparm -R c p i /dev/hdx ed ? il comando pi? rognoso di tutta la procedura, per il numero ed il significato dei parametri; vediamoli insieme: c rappresenta l'indirizzo di porta del controller p rappresenta l'indirizzo di porta dati del controller i rappresenta l'irq del controller stesso x rappresenta come al solito un device esistente, per questo di solito si passa /dev/hda che, essendo di norma il disco di sistema, ? sempre disponibile. per gli altri parametri possiamo vederli controllando le righe che ci d? il dmesg,per comodit? io lancio direttamente dmesg | grep "on irq" che non ? il massimo della pulizia ma ritorna correttamente: ide0 at 0x1f0-0x1f7,0x3f6 on irq 14 ide1 at 0x170-0x177,0x376 on irq 15 ide0 ? ovviamente il controller 0, 0x1f0 ? l'indirizzo di porta del controller (ad hdparm bisogna fornirlo con lo 0x iniziale), 0x3f6 ? l'indirizzo di porta dati (anch'esso v? fornito con 0x) e 14 ? ovviamente l'IRQ. Non spaventatevi, questi valori sono fissi, una volta trovati non cambiano, per di pi? quelli relativi ai primi due controller (indicati appena sopra) sono standard. Di norma il -R dovrebbe anche controllare le partizioni del disco montato ma, per una questione di sicurezza e pulizia, ? consigliabile forzare la rilettura, mediante il comando: hdparm -z /dev/hdx dove x questa volta rappresenta proprio il disco la cui partition table vogliamo che venga riletta. A seguire vanno ulteriori comandi (che non scrivo) che servono a reimpostare la modalit? di scrittura adeguata, riabilitare il DMA, il modo a 32 bit, i trasferimenti multipli e via dicendo. Nota dolente Il limite del warmswap IDE ? che si pu? usare solo un disco per canale... la cosa non ? esattamente vera, teoricamente potremmo mettere sia un master che uno slave sullo stesso canale ma il comando di deregistrazione del device, che lavora direttamente sul controller, disabilita comunque entrambi i dischi, per cui anche il secondo sarebbe irraggiungibile fino a quando non viene riregistrato il canale (purtroppo non c'? alternativa). Arrivederci! ConteZero GUIDE DI DVk COMPILARE IL KERNEL Compilare il kernel col metodo Debian e' piu' semplice di quanto si possa pensare. Controllate che abbiate kernel-package gcc, binutils e modutils. Naturalmente procuratevi il sorgente del kernel, scaricandolo da kernel.org oppure usando i sorgenti messi a disposizione da Debian: con $apt-cache search kernel-source vediamo quali versioni sono disponibili e con $ apt-get install kernel-source-2.x.x (ovviamente sostituite alle x la versione del kernel desiderata) scarichiamo. Il file compresso verr? scaricato in /usr/src. Spostiamoci in quella cartella, e diventiamo root: $ su quindi scompattiamo il file: $ tar -jxvf kernel-source-2.x.x.tar.bz2 A questo punto avremo un directory kernel-source-2.x.x, spostiamoci al suo interno. Se abbiamo gia' un file di configurazione che vogliamo usare copiamolo nella cartella e importiamolo: $ make oldconfig Passiamo alla configurazione del kernel, e' possibile farlo con ncurses o uno grafico, io uso ncurses: $ make menuconfig Una volta terminata la fase di configurazione, possiamo compilare il kernel. Lanciate questo comando, serve nel caso abbiate compilato un altro kernel in precedenza, lanciatelo lo stesso non fa mai male.make-kpkg clean. E adesso compiliamo, il risultato sara' un?immagine del kernel in formato .deb: make-kpkg kernel_image bene ora il kernel e' compilato. Saluti DVk thx to Dan^K^e SIMBOLI SPECIALI IN LINUX So che ? un problema comune x molti utenti generare la famosa ~ (sisi proproi quella che sotto Winzozz si fa con Alt+126 della tastierina numerica) Sotto Linux invece: a) Per generarla all'interno di una console testuale si deve utilizzare la combinazione di tasti [AltGr+0]. B) Nelle applicazioni per il server X si deve utilizzare la combinazione [AltGr+?]. Saluti e Baci DVk
  22. Ragazzi buttate un occhio sull'articolo " Linux desktop, Red Hat amplia i suoi orizzonti ", lo trovate quì VOGLIO VEDER NEVICARE COMMENTI!
  23. Amarok: il fiore all'occhiello dei player per Linux Nella giungla dei molti player audio per Linux, uno si distingue. Stiamo parlando di Amarok, il player di KDE. Si appoggia di default sul motore di riproduzione Xine, uno dei più amati dagli utenti del pinguino, ed è fornito in quasi tutte le distribuzioni basate su KDE. Il player del draghetto (questo il simpatico simbolo di KDE), si distingue non solo per l'ottima stabilità, affidabilità, ed aspetto grafico, ma anche per la ricchezza di funzioni, la semplicità d'uso e la flessibilità. Infatti, al fianco di configurazioni classiche ma utili come la possibilità di staccare la finestra del lettore da quella della playlist e di cambiare gli effetti grafici mostrati, appaiono funzioni interessanti, come la possibilità di creare la "collezione" ovvero di organizzare i propri file, ovunque si trovino, in una sola comoda lista che potremo ordinare per artista, album, genere etc.. Ma non è finita: la creazione della collezione permetterà ad Amarok di calcolare delle statistiche sui nostri gusti in base della frequenza con cui riascoltiamo un tale brano o autore, mostrandocela poi all'avvio insieme ad altre informazioni come la data dell'ultimo ascolto di un tale brano, quella del primo etc... Inoltre avremo a disposizione altre utili funzioni. Eccone alcune: al momento della creazione della collezione (o dell'aggiunta di un nuovo brano), Amarok si preoccuperà di scaricare automaticamente da Amazon le copertine dei cd, e i testi delle nostre canzoni per poi mostrarceli al momento della riproduzione. Utile anche il tab che permette di vedere, nella stessa finestra della collezione, le informazioni (tratte da Wikipedia) sull'autore, ovviamente nella nostra lingua preferita. Insomma, un buon software (tralaltro gratuito) che può portare alto il nome del pinguino, corredato di funzioni che stentiamo a trovare sugli equivalenti sotto Windows; il tutto senza dimenticare la filosofia di stabilità, accessibilità e libertà di Linux. Daniele V. (penguin86)
  24. visto che purtroppo è molto frequente impazzire nel cercar dei driver per Linux delle periferiche in commercio, vi segnalo il link di una petizione che chiede appunto ai produttori di hardware il rilascio dei driver e delle specifiche affinche anche per i sistemi Linux ci possa essere un adeguato supporto. Firmate tutti mi raccomando: http://www.petitiononline.com/lhdp2006/petition.html
  25. ho installato sul mio packard bell easynote k5 suse, tutto ok ma dove li trovo i driver? in particolare mi servono quelli del modem, della scheda grafica e dell'audio che funziona ma non troppo.
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