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[GUIDA]Le basi,la tecnica e l'evoluzione del Liquid Cooling


tom1

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La tecnica del raffreddamento a liquido, da anni utilizzata in diversi settori (basti pensare ai comuni motori a scoppio) ha trovato sempre maggiore diffusione nel corso degli ultimi anni anche nell’ambito dell’hardware, questo perché chip sempre più potenti vengono sottoposti sempre più spesso alla pratica dell’overclock (diventata ormai molto semplice con l’ausilio di processori con moltiplicatore sbloccato, bios uefi user friendly oppure software di facile utilizzo) è venuta fuori la necessità di smaltire grosse quantità di calore che fanno emergere inevitabilmente i limiti fisici del comune raffreddamento ad aria che, seppur utilizzando dissipatori sempre più performanti e con soluzioni tecniche all’avanguardia, non raggiungeranno mai le prestazioni di un sistema di raffreddamento a liquido.

 

Questo semplicemente perché la conducibilità termica dell’acqua è di gran lunga superiore a quella dell’aria.

 

Acqua distillata 0,6 W/(m·K)

Aria secca 0,026 W/(m·K)

 

Nelle unità del Sistema internazionale, la conducibilità termica è misurata in watt per metro-kelvin (W/(m·K) o W·m-1·K-1), essendo il watt (W) l'unità di misura della potenza, il metro (m) l'unità di misura della lunghezza e il kelvin (K) l'unità di misura della temperatura.

 

Riuscire a smaltire più calore comporta innanzi tutto un notevole abbassamento delle temperature del componente da raffreddare e questo assunto se portato nell’ambito hardware,che è quello che qui ci interessa, sta a significare margini di overclock più ampi, temperature di sistema più basse e quindi meno rumore prodotto dalle nostre ventole (a patto che il nostro impianto sia bilanciato, come vedremo in seguito).

 

Il raffreddamento al liquido, al contrario di cosa possa pensare un utente nuovo di questo mondo, non si rivolge a overclockers incalliti che fanno esclusivamente benchmark portando l’hardware all’estremo, ma è anche e soprattutto una soluzione da sfruttare in daily use.

 

Per questo motivo negli ultimi anni molti utenti si sono rivolti a questo tipo di raffreddamento, e di pari passo si sono mossi vari produttori del settore con componenti sempre di maggiore qualità e con un look sempre più accattivante.

Si è passati infatti da soluzioni prese in prestito da altri utilizzi (ad esempio l’utilizzo di pompe da acquario. Oppure raccordi e fascette tipici dell’idraulica) a veri e propri kit contenenti tutto il necessario, fino ad arrivare a soluzioni “ibride” con kit già montati e pronti all’utilizzo (AIO), aggiungendo via via sempre più componenti “accessori”, ovvero non fondamentali al funzionamento del nostro impianto ma che contribuiscono a renderlo funzionale e perché no, più bello esteticamente.

 

 

 

Ma da cosa è costituito un impianto a liquido??

 

 

E’ composto da vari componenti che uniti tra loro attraverso tubi e raccordi formano il loop.

 

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Andiamo a conoscere questi componenti, inizialmente con una descrizione sommaria, nel prossimo post li andremo ad analizzare nel dettaglio.

 

 

WATERBLOCK

letteralmente "blocco ad acqua" ha il compito di trasportare il calore dal componente che intendiamo raffreddare, al liquido del nostro impianto.

 

 

RADIATORE

E’ il componente che permette lo scambio termico tra il calore prodotto dai componenti che stiamo raffreddando e l’ambiente esterno.

 

VENTOLE

Abbinate al radiatore hanno la funzione di dissiparlo favorendo cosi la cessione del calore prodotto verso l’ambiente esterno.

 

POMPA

Il cuore pulsante del nostro impianto. Fa circolare il liquido nel nostro loop , spingendolo attraverso i waterblock e i radiatori.

 

VASCHETTA

Detta anche reservoir, facilità le operazioni di riempimento dell’impianto e di spurgo dell’aria.

 

RACCORDI

Permettono l’inserimento dei tubi che vanno a collegare i vari componenti del nostro impianto.

 

TUBI

Si innestano nei raccordi e servono a collegare i vari componenti e a formare quindi il loop.

 

LIQUIDO

Dovremo pur riempire il nostro impianto con qualcosa, no?? :asd:

 

 

 

 

Vantaggi e Svantaggi di un Impianto a Liquido

 

PRO:

Temperature decisamente inferiori rispetto ad un sistema ad aria.

Ampi margini di overclock

Impatto visivo

Personalizzazione Illimitata

Durata nel tempo

 

CONTRO:

Prezzo per la realizzazione

Difficoltà iniziale di montaggio causa inesperienza o poca manualità

Minore flessibilità nella sostituzione di un componente hardware

Manutenzione impianto e cambio componente impianto non immediata

Rischio perdite e compromissione hardware

 

 

 

La seguente Guida è interamente opera di Liberato87 con l'aiuto grafico e non del sottoscritto tom1. Si nega il riutilizzo di qualsiasi informazione e/o grafica home made.

Edited by liberato87
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Il waterblock cpu andrà a raffreddare i bollenti spiriti del nostro processore. Oggi infatti le cpu sono sempre più potenti e soprattutto, avendo il moltiplicatore sbloccato, sono facilmente overclockabili e possono raggiungere frequenze di gran lunga superiori a quelle stock. Tutto questo comporta ovviamente un aumento del calore, che dovrà essere di conseguenza smaltito nella maniera più efficiente possibile.

 

Tecnicamente il waterblock è composto da più parti.

 

 

UbMqaJd.jpg

 

 

 

La BASE, che è di rame elettrolitico,e il TOP che invece può essere di vari materiali come rame, nickel, POM o plexiglass e presenta due fori, l’IN e l’OUT del liquido.

Tra top e base c’è solitamente la STAFFA (in alcuni casi universale, in alcuni modelli invece ci sono staffe diverse a seconda che il socket sia per amd o intel) che permetterà poi di agganciare il waterblock al sistema di ritenzione (formato di solito da un backplate che va messo dietro la scheda madre per evitare che il peso esercitato dal waterblock possa piegarla e da viti per il fissaggio e da molle per il carico) fornito in bundle.

 

cpu-370_p4-700x700.jpg

 

Il waterblock può essere quindi più o meno facilmente a seconda del modello smontato e aperto per procedere alla manutenzione ordinaria e ad esempio cambiare la staffa oppure un jetplate ove previsto.

 

 

Ci sono moltissimi modelli sul mercato, proverò a raccogliere i più diffusi qui

 

 

  • Alphacool NexXxoS XP³
  • ALPHACOOL HF 14
  • AQUACOMPUTER CUPLEX KRYOS
  • DT5 NOZ
  • EK SUPREME (versioni LT e HF)
  • EK SUPREMACY (erede del SUPREME HF)
  • EK SUPREMACY LTX
  • KOOLANCE CPU-370
  • KOOLANCE CPU-380
  • PHOBYA UC
  • SWIFTECH APOGEE
  • XSPC RAYSTORM
  • XSPC RASA
  • WATERCOOL HEATKILLER
  • YBRIS ECLIPSE
  • YBRIS BLACK SUN

 

 

Su quali siano i più prestazionali vi rimando a diversi roundup e recensioni che sono disponibili sul web

 

2010

 

2012

 

2013

 

 

 

 

 

 

 

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Un altro chip che produce molto calore e che, al pari della cpu, si è evoluto all’insegna dell’overclock e dell’overvolt facile, è sicuramente quello della nostra scheda video.

 

Fondamentalmente i waterblock vga si dividono in due categorie:

 

 

WATERBLOCK FULL COVER

 

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Dal nome è facile intuire questo waterblock copre interamente la scheda video, raffreddando quindi la gpu, le fasi di alimentazione (vrm) e le ram. E’ una soluzione ottimale (è sicuramente la più performante ed efficiente) anche se certamente non molto economica e ha dalla sua lo svantaggio di essere compatibile solo con un pcb specifico (generalmente quello reference, mentre per schede con un design custom non tutti i produttori fanno uscire versioni specifiche adatte).

 

 

 

WATERBLOCK ONLY GPU (UNIVERSALI)

 

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Sono molto simili a quelli cpu e allo stesso modo si posizionano sulla gpu con s

 

taffa e sistema di ritenzione (questi li rende praticamente universali). Raffreddano solo la gpu lasciando fasi e vrm scoperte (solitamente vengono installati su questi componenti dei dissipatori passivi, sicuramente ben lontani dall efficienza di un fullcover).

Questo tipo di soluzione ha dalla sua il vantaggio di essere molto perfomante a livello di temperature sulla gpu e di costare molto meno di un fullcover (a seconda dei modelli costano la metà o meno). Il fatto poi di poter essere utilizzati su quasi tutte le vga in commercio li rende appunto riutilizzabili al cambio di vga e si svalutano molto meno rispetto ai fullcover.

 

 

 

 

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Questi waterblock vanno a dissipare le fasi di alimentazione della scheda madre (che in seguito all’overvolt necessario per l’overclock sono sottoposti a un maggiore stress con conseguente aumento di temperatura),

Solitamente esistono sia waterblock da montare solo sui vrm o sul chipset

 

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oppure delle versioni che dissipano entrambe formate da un unico blocco e chiamate “fullcover”.

 

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E’ possibile raffreddare a liquido anche gli ic delle ram, anche se non è una pratica diffusa sia perché le ram non scaldano molto e sia perché l’overclock di questo componente è poco diffuso (e considerando anche i costi non proprio contenuti di waterblock per ram), e chi lo pratica per guadagnare punti nei benchmark si rivolge direttamente a soluzioni di raffreddamento estreme.

Il waterblock si interfaccia con i moduli di memoria tramite l’utilizzo di pad termico.

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Esistono diversi tipi di waterblock, da quello per il singolo modulo, ai 2x ai 4x e ai 6x (oggi poco diffusi ma prima molto di più con le mainboard che supportavano il tri-channel).

 

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Parimenti, Il raffreddamento a liquido degli hard disk è davvero poco diffuso.

Esistono comunque due principali tipologie di waterblock.

Una che è assimilabile a un fullcover per le schede video, cioè un blocco che copre la scheda interamente la parte inferiore dell’hard disk dove c’è la scheda logica. E altri waterblock, molto simili a quelli utilizzati per i mosfet, che raffreddano l’hard disk dai lati.

 

aquadrive_x4_copper.jpg

 

 

 

Esistono poi anche dei veri e propri waterblock che hanno la forma di cage da 5,25” che possono raffreddare più hard disk.

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E’ formato da due camere costituite da una serpentina di canaline in cui passa il liquido ricoperta da alette che, attraverso l’immissione di aria, consentono di abbassare la temperatura del liquido all’interno delle stesse.

 

coolgatehd.jpg

 

 

In pratica il liquido del nostro impianto entra da un raccordo, riempie la camera di entrata del radiatore e risalendolo passa alla camera d’uscita. Nel frattempo il liquido riscalda la superficie lamellare cedendo ad essa l’energia termica accumulata.

Le ventole poi immettendo l’aria tra le lamelle, le raffreddano, permettendo così la cessione del calore all’ambiente esterno.

 

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Se il nostro impianto lavora degnamente, ci sarà sempre una differenza di temperatura tra il liquido che entra nel radiatore, e il liquido che ne esce.

 

A livello di materiali esistono radiatori interamente in rame (full copper) che sono i più performanti, altri che hanno le celle in rame e il corpo alettato in alluminio, altri di solo alluminio.

 

I radiatori si misurano in numero di ventole (generalmente da 120 o 140, che sono le più diffuse) installabili su di essi e per le quali hanno ovviamente i fori predisposti.

 

Per fare un esempio un radiatore delle dimensioni e per la predisposizione di una sola ventola da 120mm è detto monoventola o radiatore da 120.

Un radiatore da 360 è anche detto un 3x120 oppure triventola.

Lo stesso vale per i radiatori che utilizzano ventole da 140.

 

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Ci sono poi radiatori anche ad esempio da 200, che vanno accoppiati con ventole da 200mm.

 

I radiatori poi si distinguono anche per il loro spessore.

Vengono definiti slim i radiatori con spessore di 30mm.

Gli altri radiatori sono da 45mm, da 60mm oppure da 80mm (detti monsta).

Più un radiatore è spesso più le prestazioni sono elevate (ma lo sono anche l’ingombro il peso e il costo!)

 

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I radiatori hanno anche diversa densità lamellare (in inglese fins per inch, FPI) il che li rende maggiormente performanti con alcune ventole rispetto ad altre.

 

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In pratica più basso è questo valore, più il nostro radiatore sarà predisposto per lavorare con ventole anche a bassi rpm. Viceversa se il valore FPI è alto, dovremmo scegliere delle ventole ad alti rpm. Generalmente i radiatori con spessore di 45mm o 60mm e oltre hanno basso FPI, mentre quelli cosidetti SLIM per ovviare alla loro ridotta capacità dissipante devono lavorare con maggiori CFM, a parità di watt da dissipare.

Questo comporta ovviamente l’utilizzo di ventole ad alti rpm, a discapito della silenziosità del nostro sistema.

 

Per questo la scelta del radiatore perfetto per il nostro sistema dipende

 

1-Dal case che utilizziamo e dalle sue predisposizioni (a meno che si voglia fare a meno di integrare internamente il radiatore)

 

2-Dallo spazio che abbiamo a disposizione (allo spessore del radiatore va sommato per lo meno quello di una ventola da 25mm o 34mm)

 

3-Dalle ventole che intendiamo utilizzare

 

 

 

Per le prestazioni dei vari radiatori in commercio, vi rimando a qualche review e roundup.

 

BUNDYMANIA USER REVIEW TRIPLE RADIATOR 360 ROUNDUP WITH 22 RADS

 

MARTINSLIQUIDLAB 360 RADIATOR SHOOTOUT

 

HESmelaugh TRIPLE RADIATOR REVIEW (2009)

 

 

 

 

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Le ventole verranno abbinate al radiatore e avranno la funzione di dissiparlo favorendo così la cessione del calore prodotto verso l’ambiente esterno.

 

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La scelta per le ventole da utilizzare dipende dal tipo di radiatore, partendo dal presupposto che è meglio prediligere ventole orientate a generare buone pressioni statiche, piuttosto che al pescaggio.

 

Le ventole possono essere posizionate in due modi e poi in combinazione:

 

 

PUSH : che soffiano aria dentro al radiatore

 

PULL : che aspirano aria dal radiatore e la cedono all’esterno

 

PUSH-PULL : utilizzare due ventole, una in push e l’altra in pull.

 

 

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La rete è piena di esempi di vario tipo su quale sia il metodo migliore e in particolare se valga la pena di utilizzare il push-pull, in quanto i vantaggi prestazionali di questo tipo di soluzione vanno rapportati al costo dell’acquisto, all’ingombro e al rumore prodotto dal doppio delle ventole.

 

E' altresi possibile utilizzare dei convogliatori per massimizzare il flusso di aria delle ventole sul radiatore.

 

 

QUALI SONO LE VENTOLE CHE CONSIGLIATE?

 

 

Ribadisco che la rete è piena di roundup, recensioni e quant'altro su tutte le ventole prodotte negli ultimi anni.

Dalla mia esperienza elenco qui alcune ventole (molte delle quali ho persoanlmente provato) che sono riconosciute un pò da tutti come le migliori, per lo meno nell'ambito del liquid cooling

 

 

 

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Venaimo al vero e proprio cuore pulsante del nostro impianto! La pompa infatti aspira il liquido e lo fa circolare il lnel nostro loop , spingendolo in tutti i waterblock e radiatori.

 

Come abbiamo detto a inizio guida, prima le pompe per l’impianto a liquido venivano “prese in prestito” dalle soluzioni utilizzate per gli acquari, ed erano pompe che funzionavano direttamente collegate alla 220v. Con l’evoluzione di questo settore abbiamo oggi pompe che funzionano a 12v, quindi collegate ai molex del nostro alimentatore. Esistono anche pompe a 24v che si pilotano con dei controller specifici.

 

Le caratteristiche di una pompa sono essenzialmente due, portata e prevalenza.

 

 


    [*=center]La portata di una pompa (prendendo in prestito la definizione dalla fluidodinamica) è la quantità di fluido che attraversa una sezione di area A nell'unità di tempo, e si misura in Litri all’ora (l/h)

 


    [*=center]La prevalenza è il dislivello massimo di sollevamento che una pompa può complessivamente far superare all'acqua. E, nell’ambito che stiamo trattando, si misura in metri.

Possiamo tranquillamente affermare che è quest’ultima caratteristica, la prevalenza, da tenere maggiormente in considerazione quando dobbiamo scegliere la pompa per il nostro impianto.

 

La portata di una pompa infatti è un valore “ideale”, cioè calcolato come se il fluido non dovesse attraversare nulla (mentre nel nostro impianto passa attraverso waterblock e radiatori) e scorresse in linea retta (mentre nel nostro impianto sono frequenti curve, angoli, tratti in cui il flusso è in salita o in discesa).

La prevalenza in parole povere è la “forza bruta” della nostra pompa, di spingere il liquido si attraverso parti più restrittive, sia in salita. Quindi maggiora sarà la prevalenza della nostra pompa, maggiore sarà la sua capacità di spinta del liquido attraverso waterblock,radiatori,curve ecc… e senza andare a influire in maniera negativa sul nostro flow rate.

 

Il flow rate è il valore del flusso che scorre nel nostro impianto, più avremo prestazioni elevate in termini di raffreddamento. Tuttavia le differenze non sono così marcate, se parliamo di flussi elevati. Se invece il nostro flusso è relativamente basso

 

 

Una volta montato il nostro loop possiamo, se vogliamo, misurare il nostro flow rate avvalendoci di un flussimetro e di un controller che ci permetta di convertire il suo segnale.

 

Sul mercato esistono diverse pompe, come meccanica diciamo che sono pochi i modelli, poi sono i singoli produttori a personalizzarle. Le più diffuse possiamo dire che sono sicuramente LAING DDC e LAING D5 (poi distribuite in vari modelli come koolance pmp400 e swiftech mcp355 per la DDC e vari modelli tipo Alphacool VP665, SWIFTECH MCP655).

 

Tutte le pompe hanno un in e un out. Dall'in ovviamente aspirano il liquido, dall'out lo spingono. Tuttavia esistono, in particolare per i modelli più diffusi visti sopra dei TOP aftermarket, che vengono prodotti da varie case.

 

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Il top si sostituisce a quello originale e ha fondamentalmente due funzioni :

 

- Aumenta la configurabilità della pompa (ad esempio ha qualche ingresso in più

- Ne aumenta le prestazioni

- Ha ovviamente il suo impatto estetico

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QUALI SONO LE POMPE SUL MERCATO??

 

Facendo qualche nome :

 

ALPHACOOL

Dc-Lt, link

 

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EHEIM

1046 1048 1260, 1262 ecc (pompe da acquario)

https://www.eheim.com/en_GB/products/technology/pumps/universal

 

 

EheimUniversalPumps.jpg

 

 

KOOLANCE

PMP-300 Pump, G 1/4 BSP - Koolance

 

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PMP-400 Pump, ID 10mm (3/8in) - Koolance

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PMP-450 Pump, ID 13mm (1/2in) - Koolance

PMP-450S Pump, ID 13mm (1/2in) - Koolance

 

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PMP-500 Pump, G 1/4 BSP - Koolance

 

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LAING

 

- LAING DDC http://unitedstates.xylemappliedwater.com/brands/laing-thermotech/industrial-commercial-pumps/ddc-pump/

 

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- LAING D5

20140116138989393150187.png

 

 

PHOBYA DC-12

http://www.phobya.com/eng/phobya.html

 

DC12-200

DC12-260

DC12-400

 

pompe_phobya_dc12.jpg

 

Sanso

PDH 054 12V

20140116138989377706324.png

 

SWIFTECH

 

http://www.swiftech.com/pumps.aspx

 

- SWIFTECH MCP350 , MCP355, MPC35X (basate su LAING DDC)

 

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- SWIFTECH MCP655, MC655-B (basate su laing D5)

 

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Iniziamo col dire che la vaschetta (reservoir) non ha una funzione “prestazionale” né tantomeno fondamentale nel nostro loop. Mentre prima veniva utilizzata per alloggiare le pompe da acquario che funzionano immerse (aspirando il liquido direttamente), in seguito all’evoluzione delle pompe utilizzate per il liquid cooling oggi la sue funzioni sono prettamente quelle di facilitare lo spurgo dell’aria e di rendere più comodo il riempimento del nostro impianto (che comunque può avvenire utilizzando un semplice raccordo a T rovesciato), oltre ad una mera funzione estetica.

 

Le vaschette si distiguono fondamentalmente in due tipologie, vaschette da bay e vaschette cilindriche.

 

 

VASCHETTE DA BAY

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Si posizionano nei bay da 5,25 del nostro case, possono occupare un singolo bay oppure due.

 

Possono ospitare una o due pompe, oppure avere degli inlet e outlet da interfacciare tramite raccordi.

 

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VASCHETTE CILINDRICHE

 

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Sono costituite da un tubo di plexiglass e da due tappi (possono essere di vario materiale) che si avvitano alle estremità, chiudendo appunto il cilindro.

Sui tappi sono poi presenti i fori per le connessioni in ingresso e in uscita.

 

Nel bundle può essere previsto un anticiiclone, che permette di spurgare ancora più facilmente l'impianto, non creando vortici (impedendo cosi alla pompa di risucchiare l'aria che stiamo spurgando)

 

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In entrambe queste tipologie le vaschette possono anche fare da top alla nostra pompa, permettendoci di avere in unica soluzione pompa top e il nostro reservoir senza doverli collegare tramite i comuni raccordi.

 

Queste soluzioni vengono dette TOP-RES e qui mettiamo due esempi

 

BAY RESERVOIR COMBO

 

 

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TUBING RESERVOIR COMBO

 

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I raccordi come si può intuire dal nome permettono di inserirvi i tubi che vanno a collegare il nostro loop.

 

Ce ne sono di svariati tipi e fondamentalmente vengono utilizzati sempre con tubo in pvc.

Ma negli ultimi tempi si stanno diffondendo alcuni tipi particolari di raccordi, adatti ad essere utilizzati con dei tubi rigidi in plexiglass.

 

I raccordi più utilizzati per l'innesto dei tubi sono quelli a compressione e quelli portatubo (sempre meno utilizzati).

 

I RACCORDI A COMPRESSIONE hanno oltre alla parte portatubo una ghiera che si avvita sulla filettatura del raccordo, serrando così il tubo.

 

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I RACCORDI PORTATUBO invece non hanno ghiera, il tubo si innesta nel raccordo e può essere tenuto fermo con delle comuni fascette utilizzate in idraulica.

 

portatubo-tradizionali.jpg

 

 

I raccordi esistono in svariate misure, noi ovviamente dobbiamo scegliere quella adatta ai nostri tubi.

Dando un primo occhio in questa giungla non capiremo nulla per via di tutti quei numeri presenti.

 

Tuttavia è molto semplice:

 

- La parte del raccordo che va avvitata a un componente (che sia un radiatore, un waterblock, una vaschetta ecc..) è filettata secondo lo standard G1/4 (oggi è difficile trovare G3/8 ecc..).

 

- La parte portatubo ha le misure corrispondenti al tubo che sono solitamente espresse in mm (10/13 ; 10/16; 13/16; 13/19 ecc) oppure in pollici (QUI UNA TABELLA RIASSUNTIVA)

 

[TABLE=width: 681]

[TR]

[TD=align: center]12" ID - 34" OD = (13-19mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]12" ID - 58" OD = (13-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]716" ID - 58" OD = (11-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]38" ID - 58" OD = (10-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]38" ID - 12" OD = (10-13mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]516" ID - 716" OD = (8mm-11mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]516" ID - 38" OD = (8mm-10mm)

[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

 

I raccordi a compressione sono sia dritti e sia angolati.

 

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Oltre ai raccordi su cui installeremo i tubi, esistono poi una infinita di raccordi che ci permettono di rendere più funzionale e anche più bella esteticamente la nostra integrazione.

Ad esempio ci sono raccordi che ci permettono di fare delle curve (a 30-45-60-90 gradi), dei raccordi che fungono da prolunga, utilii se ad esempio vogliamo collegare due componenti entrambi filettati G1/4" senza utilizzare dei raccordi a compressione e del tubo. Ma andiamo ad analizzare questi raccordi cercando di fare chiarezza.

 

RACCORDI INTERCONNESSIONE (NIPPLE)

 

questi raccordi sono solitamente filettati G1/4 e possono essere maschio-maschio , femmina-femmina, oppure con le parti di filettatura diversa.

Possono essere sia dritti, sia angolati (a 30-45-60-90 gradi).

 

 

20140125139067490915716.jpg

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Questi raccordi possono tornarci utili sia per installare (nella parte femmina ovviamente) un raccordo a compressione e quindi fare delle curve

 

450

 

Oppure possono essere utilizzati come prolunghe, o anche per collegare due componenti entrambi filettati G1/4" senza utilizzare dei raccordi a compressione e del tubo.

 

 

LL

Raccordi a T e a Y: hanno varia utilità. possono esser utili per caricare l’impianto in caso non si usi una vaschetta (come si faceva "una volta") oppure per utilizzare un sensore di temperatura dell’acqua, oppure per prevedere una via da utilizzare per svuotare l'impianto.

 

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  • Raccordi Passaparete: praticamente 2 raccordi (solitamente sono raccordi interconnesione) attaccati, con delle ghiere di fissaggio, servono per esempio per far passare i tubi dall’interno all’esterno del case.

 

876_0.jpg

 

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Rubinetti: comodissimi per svuotare l’impianto in caso di manutenzione. Solitamente vengono messi nel punto più basso dell'impianto. Possono essere collegati o al "ramo morto" di un raccordo a T o a Y, oppure ad esempio nel foro di spurgo del radiatore (qualora ci sia).

 

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Edited by liberato87
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TUBI

IMG_5982.jpg

I tubi come è facile intuire si innestano nei raccordi e servono a collegare i vari componenti e a formare quindi il loop. Non c’è molto da dire sui tubi, fondamentalmente sono di due tipi:

 

- Tubi in pvc

- Tubi in plexiglass

 

La differenza sostanziale oltre che nel materiale è appunto che il tubo in pvc è morbido mentre il tubo in plexiglass è rigido.

 

Tra i vari tubi in pvc ci possono essere delle differenze in termini di morbidezza o nella capacità di resistere alla curve strette senza schiacciarsi.

 

LRT-UVBlue-01.jpg

 

I tubi hanno due misure:

- ID (INTERNAL DIAMETER) che è il diametro interno

- OD (OUTSIDE DIAMETER) che è il diametro esterno

 

Un tubo con diametro interno più ampio è meno restrittivo di uno con diametro più stretto, ma le differenze in termini prestazionali sono davvero minime.

Oggi come standard il diametro interno dei tubi più diffusi è di 10mm o di 13mm .

 

le misure corrispondenti al tubo sono solitamente espresse in mm (10/13 ; 10/16; 13/16; 13/19 ecc) oppure in pollici; questa è una tabella di conversione.

 

[TABLE=width: 681]

[TR]

[TD=align: center]12" ID - 34" OD = (13-19mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]12" ID - 58" OD = (13-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]716" ID - 58" OD = (11-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]38" ID - 58" OD = (10-16mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]38" ID - 12" OD = (10-13mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]516" ID - 716" OD = (8mm-11mm)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center]516" ID - 38" OD = (8mm-10mm)[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

 

 

Fondamentalmente un tubo più grande è più rigido e resiste di più alla curvatura senza assotigliarsi o peggio schiacciarsi, o come si dice in gergo, strozzare.

 

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Negli ultimissimi tempi Tygon ha lanciato dei tubi in neoprene, materiale molto resistente e duraturo.

 

norprene2.jpg

 

Edited by tom1
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LIQUIDO

 

Riempiremo il nostro impianto con del liquido. Fondamentalmente si utilizza acqua demineralizzata, per evitare che i minerali contrenuti nella comune acqua del rubinetto possano provocare incrostazioni che possono ostruire e danneggiare alla lunga i componenti del nostro impianto.

 

Per evitare la formazione di alghe e altri microorganisimi (possibile se il nostro impianto è esposto alla luce, viene spesso in contatto con l’aria, i componenti che non sono sterili ecc..) si possono aggiungere poche gocce di biocida (si trova nei negozi per acquari ecc..) .

 

mayhems-biocide-extreme-protettivo-10ml.jpg

Ad oggi comunque sono presenti dei liquidi specifici per gli impianti a liquido che contengono già additivi e biocida, messi in commercio da case specifiche come mayhems oppure dalle stesse case che producono i componenti. Dalla loro hanno probabilmente una maggiore efficacia, come contro c’è che sono decisamente più cari (anche per questioni di marketing) e difficilmente reperibili della semplice acqua demineralizzata che possiamo trovare al supermercato.

 

 

 

Esistono poi un infinità di additivi da aggiungere al liquido per colorarlo

 

closeupofMayhemsDyebottles.jpg

 

 

oppure di liquidi già colorati e reagenti agli UV. Tuttavia utilizzare liquidi colorati (non di tutte le marche) può macchiare il nostro impianto alla lunga.

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ekoolants.jpg

 

 

 

 

 

Edited by tom1
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RACCORDI A SGANCIO RAPIDO

 

 

i raccordi a sgancio rapido sono stati studiati per ottenere un collegamento rapido e sicuro tra due tubazioni.

 

si dividono in raccordo maschio e raccordo femmina; al loro interno hanno la sede per una molla che spinge un disco metallico che si poggia su una battuta posta all estremità del raccordo sigillandolo..quando accoppiati,questo disco risulta in posizione arretrata rispetto alla battuta permettendo il passaggio del liquido..

nel watercoling per pc ne esistono di diversi tipi.possono essere con porta tubo o con filetto(passaparete o con filetto 1/4" per connessione diretta ad un componente) .con sgancio tramite rotazione o tiraggio di ghiera..

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PRO

la loro utilità trova spazio qualora si avesse una water station esterna e la si volesse scollegare senza dover svuotare il loop o in ambito di testing di componentistica watercoling(nel caso dei raccordi a sgancio rapido con attacco filettato).o semplicemente perche si vuole separare un componente(waterblock,pompa,radiatore ecc..)senza dover svuotare il loop.

CONTRO

di contro abbiamo la restrittivita causata dal passaggio ristretto disponibile per il liquido attorno al piatto metallico che sigilla il raccordo.

 

 

 

 

si ringrazia @

ombra75 per la collaborazione

 

 

 

 

Edited by liberato87
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